Musica contemporanea? No grazie, anzi sì

È noto come dal ‘900 sia partita un’accelerazione storica senza precedenti, così come la conseguente crisi del linguaggio, culminato in una moltitudine di correnti artistiche, spesso comprensibili solo dagli stessi ideatori e dai loro (pochi…) seguaci.
Molte posizioni si sono estremizzate:

Compositori Esecutori e Ascoltatori a confronto

Chi compone, cerca una propria strada originale, frutto di vari sistemi musicali mescolati – più raramente, un unico sistema – dove dissonanza e consonanza appaiono come parole vuote, dato che ci si concentra sul termine “musica”, come insieme di espressioni sempre più teatrali ed innovative;
• Chi esegue, si sforza di comprendere nella convinzione che non ci possa essere un’altra strada: credibile è colui che crede, così come non si potrà far capire ad altri, ciò che non si è capito prima noi stessi. Questo sposta la questione e costringe l’esecutore a reinventarsi, perchè si trova di fronte a partiture che non hanno nulla a che vedere col tradizionale. Quando va bene, si riconoscono almeno i codici di fondo (rigo, chiavi, pause e note), ma sempre più frequentemente, ci si trova di fronte ad uno scritto apparentemente incomprensibile, dove la legenda introduttiva, le note ai margini, o la revisione, sono spesso più contorte della stessa partitura e hanno bisogno di un lungo ed approfondito studio, prima di essere assimilati sufficientemente;
Chi ascolta, si trova nella scomoda posizione di chi viene investito di significati, codici e sensazioni assai complicati, che richiedono uno sforzo non indifferente ed una curiosità sopra la media. Mi chiedo: chi frequenta i Teatri, le Sale da Concerto, o i Cinema, ci va per un chiaro bisogno di svago, di distrazione, dopo settimane di lavoro/studio, spesso stressanti e particolarmente impegnative; dunque, tale pubblico, quanto avrà da investire in termini di sforzo mentale, per comprendere un messaggio totalmente da smontare e dunque lontanissimo dalle nostre corde abituali, da tutto ciò che siamo abituati per tradizione, o che ci circonda?

La mia prima esperienza con la musica contemporanea

Posso testimoniare il mio disagio, durante una prima esecuzione assoluta di Roberto Fabbriciani – uno fra i più noti compositori di musica contemporanea, anche a livello internazionale – per flauto solo, o di Vinko Globokar, che eseguiva la Sequenza n°5 di Luciano Berio per trombone solo.
Sì, lo ammetto, fu shockante, ma oggi mi so dare delle risposte, mentre allora non avevo idea di cosa mi apprestassi ad ascoltare (avrò avuto 16 anni), non ero certamente pronto e non avevo né la necessaria curiosità, né il desiderio di spendermi per qualcosa di più alto, di più profondo e complesso.
Sento dire in giro – anche fra gli addetti ai lavori – di un rifiuto aprioristico verso quella musica, che da molti non è considerata affatto musica, quando viceversa, altri non è che la naturale prosecuzione di W.A.Mozart, o L.van Beethoven, di G.Puccini, piuttosto di R.Wagner (molti così detti appassionati, troverebbero già con quest’ultimi, più d’una difficoltà d’approccio) e non penso di esprimere un parere personale, dato che mi pare una considerazione evidente…..
Come dice un vecchio adagio: “al fanciullo fa bene l’antico, perchè testimonia di come tutto non abbia avuto inizio con lui”, ma non bisogna neppure limitarsi a ricordare solo gli aspetti “amarcord” o più “alla moda”, trascurando autori colossali – come J.Cage, o G.Ligeti, ad esempio – che già appartengono al secolo scorso, criticabili fin che si vuole, ma che hanno certamente contribuito con le loro opere, a raggiungere nuovi traguardi nell’arte musicale.

Il mio approccio alla musica contemporanea oggi

Oggi, dopo aver duramente indagato la musica antica, posso dire di sentirmi più aperto verso il contemporaneo in genere e pagine che prima consideravo incomprensibili e che rifiutavo senza alcuna considerazione, sono diventate parte integrante del mio bagaglio.
Sì, serve un grosso sforzo e solo allora si potrà avere una certa capacità di giudizio, serve conoscere a fondo e sono davvero tante le variabili nei messaggi contemporanei, così numerosi, così differenti fra loro, così lontani dalla vita di tutti i giorni, ma così veri e specchio fedele di una feroce realtà, che tutti stiamo vivendo. Certo, lo ammetto, non sempre possiamo avere la stessa predisposizione emotiva verso Olivier Eugène Prosper Charles Messiaen, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, Luciano Berio, Luigi Nono, Iannis Xenakis – per citarne solo alcuni. Parliamo certamente di autori che ci costringono ad un rispetto colossale, che ci sanno mettere in grave difficoltà, ci costringono a conoscere, a sapere, a scavare all’interno della musica e dell’autore. Sinceramente, quanti di noi preferirebbero la poltrona del dentista, spazzare la veranda, o avventurarsi in un trasloco, piuttosto che sottoporsi anche solo per pochi momenti ad un solo ascolto di certa musica contemporanea?…..

Una lapidaria quanto significativa riflessione

….. o forse, come disse Luca Francesconi:

< Non siamo più capaci di vedere la qualità: prevale il consumo veloce. Si è persa l’ abitudine all’ascolto dal vivo. È tutto virtuale. Ci si dovrebbe riappropriare dell’esperienza estetica >

Ora confrontiamo alcuni aspetti: di ieri, di oggi, di sempre…..

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

51 commenti

  1. Mariateresa Costantini

    È stato sollevato un punto interessante riguardo alla percezione della qualità nella società odierna. È vero che il consumo veloce e l’esperienza virtuale hanno assunto un ruolo predominante nella nostra cultura contemporanea. Tuttavia, ciò non significa che sia stata completamente persa l’abitudine all’ascolto dal vivo o che non si possa apprezzare la qualità nella musica contemporanea.

    Luciano Berio e Arnold Schönberg sono due compositori notevoli nel panorama della musica contemporanea. Entrambi hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo di nuove tecniche compositive e hanno influenzato generazioni successive di compositori.

    Luciano Berio, compositore italiano del XX secolo, è noto per le sue opere innovative e sperimentali. È considerato uno dei principali esponenti della musica seriale e dell’uso esteso della voce umana. Berio ha creato composizioni che sfidano le convenzioni tradizionali e incorporano elementi di improvvisazione e interazione tra i musicisti. Opere come “Sinfonia” e “Visage” testimoniano la sua abilità nel combinare suoni e idee in modo audace e creativo.

    Arnold Schönberg, compositore austriaco del XX secolo, è famoso per aver introdotto il sistema dodicatonale, una tecnica compositiva basata su una serie di 12 note senza ripetizioni. Questa innovazione ha avuto un impatto rivoluzionario sulla musica del suo tempo e ha aperto nuove possibilità espressive. Opere come “Pierrot Lunaire” e “Suite per pianoforte op. 25” dimostrano la sua padronanza nell’utilizzo di questo sistema e la sua capacità di creare una gamma di emozioni e atmosfere uniche.

    È importante sottolineare che la musica contemporanea, inclusa quella di compositori come Berio e Schönberg, può richiedere un ascolto più attento e un approccio più aperto rispetto alla musica più convenzionale. Tuttavia, ci sono ancora molte persone che si interessano alla musica contemporanea e che si dedicano all’esperienza estetica di ascolto dal vivo.

    In conclusione, mentre la società può essere influenzata dal consumo veloce e dall’esperienza virtuale, ci sono ancora modi per riappropriarsi dell’esperienza estetica e apprezzare la musica contemporanea come quella di Berio e Schönberg. La musica contemporanea richiede una mente aperta e un ascolto attento, ma può offrire emozioni e prospettive uniche se ci si concede il tempo per esplorarla e comprenderla.

    Assolutamente, l’ascolto di musica contemporanea dal vivo offre un’esperienza che va oltre il semplice atto di ascoltare. È un’esperienza completa che coinvolge l’atmosfera, il contesto e spesso anche l’elemento teatrale.

    Quando si assiste a un concerto di musica contemporanea, si entra in contatto non solo con i suoni, ma anche con l’energia e l’interazione tra i musicisti e il pubblico. La performance dal vivo aggiunge un elemento di immediatezza e autenticità che può trasmettere emozioni e creare una connessione più profonda con la musica stessa.

    Inoltre, molte opere contemporanee includono elementi teatrali, come la presenza di scenografie, luci, movimenti coreografici o elementi visivi. Questi elementi visivi e performativi arricchiscono l’esperienza, stimolando diversi sensi e coinvolgendo l’ascoltatore in modo più completo. La musica contemporanea può essere spettacolare e coinvolgente non solo dal punto di vista sonoro, ma anche da quello visivo e teatrale.

    Assistere a esecuzioni dal vivo offre anche l’opportunità di interagire con gli artisti e gli altri appassionati di musica contemporanea. Ciò può portare a discussioni, scambi di idee e una maggiore comprensione della musica stessa. Inoltre, molti compositori contemporanei sono presenti durante le esecuzioni dei loro lavori, consentendo al pubblico di incontrarli e scoprire direttamente le loro intenzioni creative.

    In definitiva, l’esperienza di ascoltare musica contemporanea dal vivo va oltre il semplice atto di ascolto passivo. È un’esperienza che coinvolge l’atmosfera, il contesto e spesso anche l’elemento teatrale, arricchendo il modo in cui percepiamo e comprendiamo la musica stessa. Pertanto, se sei interessato alla musica contemporanea, ti consiglio vivamente di cercare opportunità per assistere a esecuzioni dal vivo e immergerti completamente in questa esperienza estetica.

    Mi piace la musica contemporanea perché è diversa e non mi turba all’ascolto, non è la mia prima scelta ma ogni tanto è significativa nella mia vita ci trovo significato e piacere nell’ascolto. La musica contemporanea offre una vasta gamma di stili, approcci e sonorità, spesso sfidando le convenzioni e aprendo nuove prospettive musicali. È un genere che può suscitare emozioni diverse e offrire esperienze sonore uniche.

    È importante sottolineare che l’apprezzamento della musica contemporanea può essere soggettivo e personale. Non tutti si sentono attratti o a proprio agio con questo genere, ma se riesci a trovare significato e piacere in essa, hai la possibilità di arricchire la tua vita musicale con una vasta gamma di esperienze sonore.

    Ascoltare la musica contemporanea occasionalmente ti permette di esplorare nuovi territori sonori e ampliare i tuoi orizzonti musicali. Può offrire una pausa dalle convenzioni musicali più tradizionali e offrirti nuove prospettive artistiche. Può anche essere un’occasione per scoprire nuovi compositori e interpreti che stanno sperimentando e creando opere innovative.

    Ogni forma di musica ha il potenziale di offrire significato e arricchire la vita di ognuno in modi diversi. Dato che ha un impatto significativo sulla mia vita, tengo viva questa passione e continuo ad esplorare le molteplici possibilità che questo genere offre. Sperimenta con nuovi artisti e opere, partecipa a concerti e festival, e lascia che la musica contemporanea continui a sorprenderti.

  2. Personalmente non sono mai stata a un concerto per musica contemporanea e non ho mai ascoltato nulla che riguardasse quel mondo musicale.
    Penso che per comprendere questo stile ci voglia una certa testa, probabilmente questo é il motivo per cui le persone non ascoltano la musica contemporanea. Magari a primo impatto, a un primo ascolto, puó sembrare solo un ammasso di rumori sconnessi.
    Le persone considerano la musica di oggi come contemporanea (che personalmente non trovo bella) e considerano vecchia la vera musica contemporanea.
    Facendo un’analisi approfondita di un brano di musica contempoanea, come ad esempio “Gesang dur Junglinge” di Stockhausen, si possono trovare elementi comuni all’interno della composizione, difatti il compositore unisce elementi rumoristi con elementi fonici (all’interno della composizione é presente la voce di un bambino). La sua idea era quella di ricreare una musica sacra.
    Probabilmente ascoltando questo brano non si direbbe che sia una musica sacra, ma solo rumore unito ad altro rumore.
    Non tutti possono apprezzare questo genere musicale, ma penso che sia un movimento interessante che ha fatto fare passi importanti alla storia della musica delle nstre generazioni.

  3. Angela Mandala

    La musica colta contemporanea è un affascinante panorama artistico che riflette la creatività e l’innovazione. Si distingue per la sua sperimentazione, l’uso di nuove tecniche compositive e l’esplorazione di nuove sonorità. Questa musica comprende la dodecafonia, il neoclassicismo, l’impressionismo e l’espressionismo musicali, la musica elettronica e sperimentale. Si potrebbero anche comprendere alcune forme di contaminazione musica popolare, folklorica e jazz,

    Uno dei suoi aspetti più interessanti è la sua capacità di riflettere le questioni e le sfide del nostro tempo.
    I compositori spesso affrontano temi come la globalizzazione, la tecnologia, l’ambiente e le questioni sociali attraverso la loro musica, creando opere che sono un riflesso del mondo in cui viviamo.

  4. Salomée Olama

    Vorrei partire da questa citazione:
    “Non siamo più capaci di vedere la qualità: prevale il consumo veloce.
    Si è persa l’ abitudine all’ascolto dal vivo.
    È tutto virtuale.
    Ci si dovrebbe riappropriare dell’esperienza estetica”
    Luca Francesconi

    La riflessione di Luca Francesconi secondo me è estremamente pertinente e tocca un aspetto fondamentale della nostra società contemporanea.
    In un’epoca dominata comunque dalla tecnologia e dalla velocità, spesso ci concentriamo sul consumo rapido e superficiale, trascurando la capacità di apprezzare la qualità e l’esperienza estetica.
    L’avvento di internet e dei mezzi di comunicazione digitali ha reso possibile accedere a una vasta quantità di contenuti in modo immediato.
    Tuttavia, questa abbondanza di informazioni e opzioni ha anche creato una sorta di cultura dell’uso veloce, dove ci si aspetta risultati immediati e gratificazioni anche istantanee.
    Questa mentalità del “consumo veloce” può portare a una mancanza di attenzione e ad una perdita della capacità di apprezzare la profondità e la bellezza di un’opera d’arte o di un’esperienza dal vivo.
    Inoltre, l’aspetto virtuale delle nostre interazioni ha portato ad una distanza emotiva e sensoriale rispetto al mondo reale.
    Le esperienze virtuali, sebbene abbiano i loro meriti e vantaggi, non possono sostituire l’emozione e l’intensità che si prova quando si partecipa ad un evento dal vivo, come un concerto, una performance teatrale o una mostra d’arte.
    Questo distacco può privarci di un contatto diretto con l’arte e con le emozioni che essa può suscitare.
    Secondo me è fondamentale riscoprire la capacità di ascoltare e guardare attentamente, immergersi nelle opere d’arte e vivere esperienze dal vivo.
    Dobbiamo superare la superficialità del consumo veloce e investire tempo ed energia nella ricerca della qualità e della bellezza, che possono arricchire la nostra vita e arricchirci come individui.
    L’esperienza estetica ci permette di connetterci con la profondità delle emozioni e di scoprire nuove prospettive, stimolando la nostra creatività e arricchendo la nostra comprensione del mondo che ci circonda.

  5. Salomée Olama

    Secondo me la musica contemporanea colta offre una piattaforma per l’esplorazione e la sperimentazione di nuove idee musicali, tecniche compositive e approcci creativi.
    Gli artisti possono in un certo senso sfidare le convenzioni tradizionali e cercare nuovi modi di esprimersi attraverso la musica e la musica contemporanea colta si distingue appunto per la sua originalità e innovazione.
    Gli artisti possono rompere anche le barriere e spingersi oltre i confini convenzionali, creando opere uniche che sfidano le aspettative del pubblico.
    La musica contemporanea colta può offrire un’esperienza musicale ricca e complessa.
    Attraverso l’uso di armonie avanzate, strutture non tradizionali e strumentazioni insolite, questa forma di musica può offrire una profondità e un’intensità emotiva che stimolano l’ascoltatore.
    La musica contemporanea colta può essere un mezzo per trasmettere messaggi e significati complessi.
    Gli artisti possono utilizzare la loro musica per esplorare temi sociali, politici o filosofici, creando un dialogo e una riflessione critica sulla società e sul mondo che ci circonda.
    Detto questo però è anche vero che la musica contemporanea colta può risultare complessa e impegnativa per alcuni ascoltatori.
    Le sue strutture non convenzionali e l’uso di tecniche avanzate possono renderla difficile da comprendere e apprezzare senza un’adeguata conoscenza e formazione musicale.
    A causa anche della sua natura complessa e non convenzionale, la musica contemporanea colta potrebbe non essere facilmente accessibile o apprezzata da un pubblico più ampio.
    Ciò può limitarne la diffusione e la visibilità al di fuori di cerchie ristrette di appassionati e esperti di musica.
    La musica contemporanea colta spesso lotta per ottenere risorse e sostegno finanziario adeguati.
    L’assenza di un mercato di massa e di un interesse diffuso può rendere difficile per gli artisti e i compositori ottenere finanziamenti per le loro opere.
    Alcuni critici potrebbero considerare la musica contemporanea colta come astratta o distante dal pubblico comune.
    La sua natura sperimentale e non convenzionale può far sì che venga percepita come qualcosa di lontano o inaccessibile rispetto alle esperienze musicali più familiari.

  6. Alessandra Zibetti

    Il secolo del Novecento è stato protagonista di episodi violenti, che hanno rivoluzionato la visione globale della società e fatto rivalutare la concezione individuale sui propri punti di vista.
    La musica contemporanea testimonia tutte quelle nuove tensioni interne all’animo umano.
    Questo tipo di composizioni, non si pone l’obiettivo di compiacere l’orecchio dell’ascoltatore, ma di far percepire il pensiero critico del compositore utilizzato in quel contesto.
    Non si può affrontare la tematica delle composizioni contemporanee con un orecchio e con ideali le cui basi sono radicate in una concezione più esteta della musica.
    È anche vero però che il linguaggio musicale che viene utilizzato, esclude una grande parte di ascoltatori. Considero la musica contemporanea una musica “per pochi”, non comprensibile e non fruibile da molti.

  7. Marco Dongiovanni

    La musica dal novecento in poi è cambiata molto, sono cambiate le motivazioni dei compositori per comporre musica e i mezzi con cui realizzarla; la musica contemporanea è una musica diversa rispetto a quella del passato, cambiano gli strumenti, le motivazioni e anche il periodo storico in cui si compongono queste opere contemporanee, questo genere di musica non è compresa da tutti perché si allontana dai canoni di bellezza a cui eravamo abituati ascoltando Beethoven, Bach e a non tutti può piacere.
    E’ un tipo di musica che deve essere ascoltata con un’ottica diversa rispetto a quello che usiamo per ascoltare la musica del passato, ci vuole concentrazione e non ci si può aspettare di ascoltare questo tipo di musica per svago o per rilassarsi.
    In genere questo tipo di musica, ad esempio Stockhausen e Xenakis, nasce per l’esigenza dei compositori di cambiare modo di fare musica, cercavano un modo diverso per esprimere le loro emozioni con gli strumenti della loro epoca; è una musica che è il frutto di tanti studi sulla musica elettronica e tante sperimentazioni su essa.
    Non ho mai ascoltato musica contemporanea ma l’anno scorso ho avuto l’onore di partecipare alla realizzazione di una compositore contemporanea di Giovanni Mancuso; all’inizio è stato molto difficile decifrare la partitura perché non era una partitura classica con note ben precise ma sulla partitura c’erano degli input da seguire o delle idee che dovevi raggiungere con l’improvvisazione; essendo abituato ad approcciarmi con la musica strumentale del passato all’inizio ho fatto un po’ fatica a capire quale fosse l’idea del compositore, ma grazie all’aiuto e alle indicazioni del compositore stesso e dei professori sono riuscito a interpretare al meglio la composizione.
    Sinceramente all’inizio non mi piaceva tanto il risultato che stava uscendo, ma poi capendo le motivazioni che hanno portato a usare questo tipo di espressioni musicali ho potuto comprenderla meglio e apprezzarla.
    Per ascoltare questo tipo di musica bisogna avere un approccio diverso rispetto alle altre composizioni ma non ha niente in meno rispetto alla musica che l’ha preceduta, bisogna essenzialmente capire le motivazioni del compositore che lo hanno portato a comporre in questo modo che magari non sarà piacevole da ascoltare ma che reincarna pienamente il suo pensiero e le sue emozioni.

  8. Musica Contemporanea?
    Beh sì ma in realtà no.
    Penso la musica Contemporanea colta sia una grande opportunità perché porta avanti una concezione della musica molto distante da quello a cui siamo abituati.
    E’ tutto un mondo da scoprire ed è interessante scoprire tutte le sue novità e peculiarità.
    Allo stesso tempo, però, che in questo genere c’è comunque qualcosa che non mi convince fino in fondo.
    Se penso alla musica Contemporanea e mi viene in mente Stockhausen dico assolutamente no.
    Non riesco neanche a considerarla come musica perché la vedo più come una sperimentazione che, di certo, ha contribuito ma non dovrebbe andare oltre ed essere considerata musica effettiva.
    Tra l’altro, proprio in questi giorni, ho avuto il saggio di Pianoforte al Conservatorio e ho assisto ad un’esibizione di una ragazza che ha seguito i 6 Encores di L. Berio.
    Se devo essere sincero, non mi sono dispiaciuti per niente: li ho trovati davvero interessanti e particolari.
    Ecco, quando parlo di musica Contemporanea mi riferisco proprio a questo: musica innovativa con spunti stimolanti ma sempre in un contesto strumentale.
    La musica Elettronica Contemporanea non la reggo proprio.
    In aggiunta, sto studiando di recente dei pezzi di Fabio Nieder e, nonostante, la difficoltà nella lettura e nell’interpretazione penso possano aiutarmi a staccarmi da quello a cui sono abituato normalmente e avere anche una visione più ampia del mio strumento e delle sua potenzialità.
    In conclusione, non posso dire di avere una posizione totalmente sfavorevole ma neanche del tutto favorevole: mi trovo un po’ nel mezzo; ci sono cose che apprezzo molto, altre meno.

  9. https://www.youtube.com/watch?v=cYEke4EsJYM
    Volevo condivere questo video realizzato da Nahre Sol, pianista e compositrice.
    La sua esperienza ad Amburgo durante il Festival della Musica Contemporanea ha cambiato molto le sue idee generali verso questo stile e ha potuto scoprire cose nuove che dava, anche, per scontato.
    Questo video ha l’intenzione di mostrarci 5 motivi per qui la Musica Contemporanea e Moderna colta non è compresa.
    Il primo motivo è: non ci sono regole.
    Se ci pensiamo, effettivamente, questa musica rigetta la volontà di seguire pratiche e regole diciamo ‘prestabilite’.
    Un altro motivo davvero interessante è che di fatto ci sono tanti compositori e, quindi, tanti modi di intendere questo genere: c’è davvero tanta varietà da composizione a composizione e tutto ciò si evolve in un unico periodo,
    La conseguenza è, ovviamente, perdersi in questo mondo e non riuscire a comprenderlo.
    Le altre motivazione fanno riferimento ad un nuovo tipo di linguaggio che può destabilizzare il nostro modo di leggere una partitura.
    Nonostante questo, ci permette di comprendere meglio cosa vuol dire la tradizione.
    Il punto di questo stile è che tu non sei tenuto a capire : questa musica non è fatta per essere compresa e quindi interpretata come noi intendiamo normalmente.
    La musica Contemporanea esiste per darci la possibilità di porci domande, anche negative, perché, infatti, è normalissimo essere disgustati mentre si ascolta una composizione.
    L’ultimo aspetto di cui il video parla è che noi siamo molto ancorati al passato e non ci rendiamo conto che la musica Contemporanea si sta sviluppando proprio oggi e noi abbiamo la possibilità di assistere alla sua evoluzione.
    Se pensiamo a quando Stravinskij pubblicò la ‘Sagra della Primavera’, nessuno si sarebbe aspettato una composizione del genere eppure oggi la consideriamo ‘Normale’.
    Diciamo che la Musica Contemporanea da la possibilità di assistere all’evoluzione della Musica e del suo linguaggio e sicuramente è accettabile non sentirsi parte perché non è musica estetica.
    Condivido, però, il pensiero di Nahre Sol quando dice che è comunque nostro compito informarci e assistere a spettacoli di questo tipo.

  10. Capelletti Davide

    a musica contemporanea abbraccia una vasta gamma di generi, dalle sperimentazioni elettroniche alle fusioni di stili tradizionali e moderni, dalla musica classica contemporanea alle composizioni avanguardistiche. Questa diversità riflette la pluralità delle influenze culturali e delle prospettive artistiche che caratterizzano il nostro mondo globale e interconnesso.

    Uno degli aspetti più affascinanti della musica contemporanea è il suo approccio aperto e innovativo. Gli artisti cercano costantemente nuove forme di espressione, sfidando le convenzioni e infrangendo le regole preesistenti. Questo spirito di sperimentazione e ricerca si riflette nell’uso di nuove tecniche compositive, nell’incorporazione di suoni non convenzionali e nella manipolazione elettronica del suono.

    La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nella musica contemporanea. I musicisti utilizzano strumenti digitali, software e hardware avanzati per creare e manipolare il suono in modi mai visti prima. Le produzioni musicali contemporanee possono essere ricche di strati sonori intricati, campionamenti, effetti speciali e interazioni con il pubblico in tempo reale.

    La musica contemporanea, tuttavia, può essere anche un’esperienza impegnativa per l’ascoltatore. Le composizioni spesso sfidano i canoni tradizionali di melodia, ritmo e armonia, richiedendo un atteggiamento aperto e una mente pronta ad accogliere nuove sonorità e strutture musicali. È un viaggio che richiede curiosità, pazienza e una mente aperta. Allo stesso tempo, offre un’opportunità unica per sperimentare emozioni e sensazioni profonde. Le composizioni possono essere evocative, suggestive e coinvolgenti, portandoci in un mondo sonoro dove le emozioni possono fluire liberamente senza restrizioni. È un modo per esplorare nuove dimensioni dell’esperienza umana e della creatività artistica.

  11. Trovo che la musica contemporanea sia estremamente complita, non che quella detta “classica” non lo sia, ed è proprio per questo che secondo me non viene compresa (anche dal sottoscritto).
    Questa complessità secondo me la si ritrova nel periodo storico in qui nasce questo tipo di musica e nel quale hanno operato molti compositori di questo genere musicale, come ad esempio: Iannis Xenakis, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen. Il periodo in questione è quello che segue le due guerre mondiali, in cui si è scoperto di cosa è realmente capace l’uomo, ovvero di distruggere, di non creare solamente bellezza ma anche stermini e distruzione.
    Siccome la musica, e soprattutto i compositori, da sempre sono influenzati dal contesto storico/culturale in cui operano questa musica è la sintesi delle esperienze delle guerre, il tentativo dei compositori di descrivere questo periodo angoscioso, difficile e complesso.
    Per questi motivi ci si distacca completante dalla tradizione per trovare un nuovo tipo di linguaggio che fosse in grado di ritrarre quel tipo di atmosfera. Quindi entra a far parte della musica il concetto di rumore (inteso anche come il suono del progresso), l’elettricità e si cercano nuove sonorità e strumenti nelle tecnologie.
    Il risultato è un qualcosa di caotico, spigoloso, innaturale e irruento che ti travolge all’improvviso (proprio come le guerre avevano travolto l’umanità) lasciando un senso di perplessità in chi ascolta. Perplessità data dalla mancanza di strumenti che permettano di comprendere questo linguaggio estremamente complicato, proprio a causa della sua innaturalezza, che a primo impatto sembra un ammasso di rumori, ma che in realtà non è così.
    Quindi per approcciarsi a questo tipo musica serve essere preparati, informati, curiosi e avere una mente aperta che non chiuda e limiti la musica solamente ad un qualcosa di passato, vecchio o tradizionale. Questo perché la musica, come tutte le arti, è creata dalle persone, le quali si evolvono in continuazione e di conseguenza lo fa, e lo continuerà a fare, anche la musica.

  12. Angela Mandala

    La musica colta contemporanea è un genere che suscita reazioni diverse nelle persone.

    Alcuni potrebbero apprezzare la sua innovazione, complessità e la sfida che rappresenta per l’ascoltatore.
    Altri potrebbero trovare difficile o poco accessibile questa tipologia di musica, preferendo forme musicali più tradizionali.

    La musica colta contemporanea è spesso concepita per rompere con le convenzioni e sfidare l’ascoltatore, quindi può richiedere un approccio più aperto e attivo all’ascolto per poterla apprezzare appieno.

    Personalmente, se penso a Stockhausen e alle sue composizioni, trovo difficile apprezzarne la musicalità in quanto sono sperimentazioni del suono elettronico in cui il gusto estetico viene completamente ignorato, messo in secondo piano. Lo stesso principio può essere riconosciuto anche in altri compositori come Schaeffer, Xenakis o Risset.
    Se invece prendiamo come esempio opere di Berio, come “Rendering, in cui lo stesso compositore recupera frammenti di Franz Schubert per la Decima Sinfonia, vi è un ritorno ai vecchi colori tradizionali e alla “musicalità” quasi pretesa dallo spettatore, senza però celare le crisi novecentesche.
    Non c’è alcun dubbio, la società odierna ha modificato la concezione passata di musica e ogni parametro di giudizio di quest’ultima; l’immediatezza, garantita dalle nuove tecnologie, ha favorito il consumo veloce, appiattito la peculiarità e l’eccellenza per lasciare spazio alla mediocrità.

  13. Luca Toninelli

    La musica, come l’arte in generale, ha la funzione di rispecchiare la cultura e il contesto storico della società in cui gli artisti stessi vivono ed operano. È chiaro quindi che la musica contemporanea è provocatoriamente dissonante e rumoristica perché i suoi obbiettivi furono sia quello di scatenare negli ascoltatori la meditazione sulla propria condizione sia quello di riflettere l’atmosfera angosciosa del Novecento, in cui autori come Schaeffer, Schönberg, Berg, Webern e molti altri vissero.
    Quando una persona va ad un concerto barocco, classico o romantico ci va non solo con l’intenzione di apprendere una cultura passata per confrontarla con quella presente ed arricchirsi personalmente, ma anche (anzi, spesso), per svagarsi e godere di quella musica che si pone come obbiettivo pure quello di essere piacevole all’ascolto. Per questo, dal momento che la musica contemporanea non è esteticamente bella da ascoltare, l’unico obbiettivo che si può porre un concerto di musica contemporanea è quello di essere culturalmente arricchente, che in sé è molto nobile da perseguire, ma non credo si possa andare oltre.
    Se addirittura dovessimo pensare di assistere ad una composizione di Stockhausen, come Mikrophonie, dove viene registrato un microfono sfregato contro un gong, probabilmente il fastidio che le orecchie del pubblico dovrebbero sopportare supererebbe il suo voler arricchirsi culturalmente attraverso la musica contemporanea, preferendo al suo posto una tipologia di musica a lui più confortevole.
    È come per chi acquista un quadro astrattista o un’opera destrutturata, molto probabilmente non li compra perché gli piacciono esteticamente, ma perché rappresentano un simbolo, un’epoca, un’idea di arte completamente diversa da quella da cui erano abituate le persone che vissero quando era stata rappresentata quell’opera (e a cui probabilmente sono abituate in parte tutt’oggi).
    Personalmente non ho avuto esperienze riguardanti la musica contemporanea novecentesca e se devo decidere che tipo di musica ascoltare sia per mio svago o per altri motivi, molto tranquillamente opto per un altro tipo di musica. Penso che la musica contemporanea sia stata rivoluzionaria nel Novecento perché ha permesso di sperimentare molto (infatti essa nasce anche come sperimentazione del linguaggio musicale ed indagine scientifica, se pensiamo a Schaeffer, Xenakis, Boulez, Stockhausen, eccetera), tuttavia, dato che oggigiorno la tecnologia ha fatto grandi passi in avanti, ormai la musica contemporanea non serve più a questo scopo.
    In definitiva, credo che oggi la musica contemporanea novecentesca debba porsi come unico obbiettivo il confronto con la cultura attuale.

    • Elena Arnoldi

      È usuale approcciarsi alla musica contemporanea come se essa fosse un qualsiasi altro tipo di genere musicale, dove l’obiettivo principale è il piacere all’ascolto. Tuttavia oramai, soprattutto per chi è del mestiere e per chi ha approfondito il contesto in cui questo tipo di musica è stato realizzato, è risaputo come la musica contemporanea sia in verità un filone musicale il cui scopo non è essere piacevole, anzi, il risultato si potrebbe dire sia la maggior parte delle volte più “brutto” che altro. Si tratta di una musica che ha come proposito quello di una ricerca di un linguaggio nuovo, talvolta -come si vede nella produzione di musicisti come Xenakis e Stockhausen- attraverso strumenti innovativi, che daranno poi come risultato la musica elettroacustica. Ma tornando al nucleo del discorso, è innegabile come questa ricerca di linguaggio nuovo si distacchi necessariamente dal linguaggio precedente, e quindi dal sistema tonale con le sue gerarchie, tonalità e “assonanze”. È un linguaggio che mira alla riflessione di un contesto dove nulla è certo, dove la tendenza alla violenza e alla distruzione è quella prediletta, e dove pace e tranquillità, insieme alla vita umana stessa, sono precarie.
      Non si può pensare di utilizzare lo stesso termine di valutazione per la musica classica e per la musica contemporanea, perché si tratta di due “linguaggi” diversi e si può dire opposti. L’obiettivo non è più l’essere raffinati e esteticamente apprezzabili ma essere autentici, incisivi, violenti, spesso d’élite a causa della necessità di conoscenza di codici per comprendere nel profondo questa nuova tipologia di musica. È una tematica emersa anche all’interno di una delle ultime lezioni svolte con un professore, che sosteneva che questa musica contemporanea non può definirsi musica, in quanto “inascoltabile”, sapendo ma non accettando che l’obiettivo dei compositori contemporanei era proprio quello di non essere piacevoli all’ascolto, concentrandosi sulla ricerca di autenticità.
      Penso non ci sia realmente qualcuno che ascolti un repertorio di musica contemporanea solo per il gusto di farlo: spesso e volentieri chi la ascolta frequentemente lo fa per motivi di studio e approfondimento di questo panorama musicale e contesto. È necessaria la curiosità, e non assistere a un concerto di musica contemporanea pensando di rimanerne meravigliati (in senso positivo), è necessario essere predisposti all’ascolto e conoscere in anticipo i “codici” per saper comprendere questa tipologia di musica. La sua sperimentazione e la sua innovazione, insieme al suo mancare di convenzionalità, portano la musica contemporanea ad essere generalmente molto distante dal pubblico ascoltatore.
      Per quanto mi riguarda, mi trovo in una posizione “intermedia” tra l’essere favorevole o sfavorevole rispetto a questo genere di musica: penso che essa sia molto interessante da analizzare, per il contesto storico in cui è stata realizzata e per la realizzazione stessa, che porta sicuramente a riflessioni più profonde rispetto ad altri generi dove ci si concentra solo sull’aspetto estetico; allo stesso tempo definire proprio la totalità del repertorio contemporaneo musicale “musica” lo ritengo eccessivo: lo considererei più una mera sperimentazione e ricerca, sicuramente utile a al percorso che ha portato la cultura a oggi, ma la “musica” in questo contesto mi sembra più definibile come il mezzo utilizzato da questi artisti per la loro ricerca, e non il risultato in sé. Esistono composizioni più apprezzabili di altre, e tra queste ammetto che considero più piacevoli le composizioni che restano in un ambito quantomeno concreto, strumentale o vocale, e che non sfociano in sperimentazioni che cernono anche l’ambito elettronico.

  14. Lorenzo Gabbiadini

    La musica contemporanea, se all’inizio può presentare un ostacolo per l’ascoltatore, diventa interessante nel momento in cui si lascia da parte l’aspettativa estetica e ci si apre ad un ascolto riflessivo.
    La musica contemporanea si concentra nel mettere in musica la realtà in ogni sua sfaccettatura, positiva o negativa che sia, calcolando al fatto che questo genere musica sia nata nel periodo delle guerre mondiali, gran parte del repertorio si concentra sull’atrocità dei conflitti e, specialmente, la disumanità delle persecuzioni antisemite.
    Un aspetto molto interessante della musica contemporanea è l’attenzione alla sperimentazione e all’uso delle nuove tecnologie: dagli esperimenti sonori di Schaeffer, le scuole di Parigi e Colonia, l’IRCAM di Boulez o lo studio di fonologia di Milano di Berio sono tutte realtà che nel tempo si sono date come obiettivo la ricerca sonora pura, trovare un connubio tra la musica e la scienza.
    Il suono nella musica contemporanea è trattato non come estro artistico ma come fenomeno fisico da studiare, padroneggiare e applicare; le composizioni contemporanee hanno una severa funzione sociale o un presupposto di ricerca.
    L’ascolto della musica contemporanea non è rivolto ad un pubblico vasto e commerciale ma bensì ad un ristretto pubblico colto in grado di capirlo e trasmetterlo; il neofita deve quindi scendere a compromessi nell’ascolto, rinnovare la propria curiosità per aprirsi a nuove esperienze musicali, che vanno oltre il semplice piacere dell’ascolto.

  15. Diana Ubbiali

    Musica contemporanea? No, grazie.
    Sinceramente non so se trovo più irritante la musica contemporanea in se, oppure chi la ascolta.
    Chi ha scritto e sopratutto chi ascolta musica contemporanea si arroga il diritto di essere gli unici ad esprimere integralmente la realtà senza dimenticarsi di rappresentare anche la parte più scomoda.
    Inoltre trovo estremamente noioso chi, per difendere la musica contemporanea, afferma che essa riscontra molto discontento solo perché si tratta di musica “per pochi”.
    Non potremmo semplicemente riflettere sul mancato buon gusto di questi pochi?
    Lo so già che a questa mia ultima domanda gli accaniti ammiratori di musica contemporanea cercherebbero di distruggermi, spiegando che il solo fatto che io abbia usato le parole “buon gusto” dimostrerebbero che io non abbia capito nulla su come approcciare questa musica.
    Tuttavia insisto sul perché non mettiamo in discussione una tale mancanza.
    Forse ancora più irritante di volersi arrogare il titolo di uniche persone in grado di cogliere anche le nefandezze della vita, è l’atteggiamento secondo il quale la musica contemporanea rappresenterebbe la unica vera svolta rivoluzionaria.
    Se vogliamo davvero parlare di un rivoluzionario nel mondo della musica abbiamo il dover di citare Beethoven e non Schoenberg.
    Certo non tolgo a Schoenberg di aver codificato la serie dodecafonica e di essere stato in grado di dare degli spazi alla musica in qualità di profondità e di oscurità.
    Di certo non è mia intenzione sottovalutare un’artista come Schoenberg, soprattutto perché personalmente è pure uno dei pochi rappresentanti della musica contemporanea che apprezzo.
    Tuttavia crediamo davvero che senza un Beethoven che lo ha preceduto, ci sarebbe stato un Schoenberg?
    Beethoven è stato il vero turning point nella storia della musica.
    Lui per primo ha parlato di dissonanze e non solo quello.
    Beethoven e non altri, è stato colui che prima di tutti ha voluto mettere i propri ascoltatori in posizioni scomode.
    E soprattutto più di chiunque altro Beethoven è colui che davvero ha emancipato la figura del musicista.
    Non è vero che solo la musica contemporanea è in grado di tirarti un pugno in pancia, proprio dove fa più male.
    Non è vero che solo la musica contemporanea è rivoluzionaria.
    Come ammetto che non è vero che la musica contemporanea è tutta semplicemente brutta.
    Nonostante fino ad ora io non abbia attribuito particolari meriti alla musica contemporanea, non posso dire che la disprezzo tutta.
    Non è mia intenzione di fare di un’erba un fascio.
    Non posso rimanere cieca di fronte a dell’arte, che sia estetica o che non riscontri alcun canone di bellezza, se di arte si sta parlando non si può rimanere indifferenti davanti ad essa.
    Però smettiamola di definirla “per pochi” come se potesse appartenere a una sorta di qualche bizzarra snobista élite.
    La musica contemporanea rappresenta la sua epoca, come tutte le altre.
    Essa rappresenta il declino di una società che ha visto implodere su ste stessa.
    Una società che ha dato sfoggio a delle meschinità.
    Un società che ha pubblicizzato l’omicidio.
    È ovvio che una musica che appartiene a un secolo immerso da guerre mondiali non può riflettere la gioia o lo splendore.
    I musicisti contemporanei erano circondati da distruzione ed è proprio quella che hanno deciso di mostrare sulla propria tela.
    Nel mio commento voglio omaggiare quella che, a mio parere, è la più grande delle opere di musica contemporanea: il concerto per violino orchestra “Alla memoria di un angelo” di Alban Berg.
    “Alla Memoria di un angelo” è un’opera dedicata alla morte di una diciottenne, di preciso Manon Gropius, la figlia di Alma Schidler.
    È un’opera a dir poco mozzafiato.
    Come di suo consueto, anche in quest’opera Berg riprende ed omaggia altre composizioni classiche, inserendole in un contesto che le rende quasi impercettibili e irriconoscibili.
    Questo concerto fa appello alla insensatezza dell’elemento più comune della vita, cioè la morte.
    È un concerto incredibile, impossibile da risentire eseguito alla stesso modo, anche se si sta riascoltando la stessa registrazione.
    La musica contemporanea, se si è davvero in grado di sorreggerla, come fa magistralmente Berg, e non come si illudono di saper fare nomi come quelli di Stockhausen, Boulez o peggio ancora Schaffer, è l’immagine di una dimensione che desidera rimanere nascosta noi nostri occhi, ma allo stesso tempo che fa appello ai nostri cuori.
    Musica contemporanea, no grazie, perché amo la superficialità dell’estetica, ma non nego l’incredibile che si scorge tra le urla di un angelo che muore raccontato da Berg.

  16. Lisa Rottigni

    In principio, per “musica contemporanea” si intendeva l’insieme di tutte le ricerche e sperimentazioni applicate in campo musicale.

    Ed è proprio quello che è stato fatto, nei primi anni del Novecento, in Francia con la musica concreta, in Germania con l’elettronica pura e in Italia con la ricerca rumorista.

    Senza dubbio, sull’onda dell’innovazione tecnologica di inizio secolo, autori come Schaeffer, Xenakis e lo stesso Stockhausen hanno ricoperto un ruolo fondamentale per lo sviluppo della musica.

    Considerando il contesto storico in cui si trovavano, è facile comprendere come avessero bisogno di trovare un nuovo significato alle loro composizioni: era il periodo delle innovazioni tecnologiche, dello sviluppo industriale, della nascita delle città industriali e delle conseguenti ricadute sulla società (caduta degli ideali fino ad allora perseguiti).

    La musica non aveva più il solo obiettivo estetico, ricopriva ora un ruolo ben più importante: quello di trasmettere un messaggio, di comunicare ciò che gli uomini del tempo stavano affrontando.

    Per comprendere la musica del tempo è fondamentale tenere conto di tutto ciò, essere pronti ad accogliere una nuova concezione del fenomeno sonoro.

    Personalmente però non riesco ad apprezzare la musica contemporanea. Ne comprendo i motivi e le finalità, ma non credo riuscirei ad assistere ad un intero concerto di musica contemporanea. Quando assisto ad un concerto, generalmente, mi aspetto di rimanere piacevolmente colpita dalla bellezza dell’esecuzione, cosa che non avviene mai con la musica contemporanea, il cui scopo non è giustamente di carattere estetico.

    • Alessandra Zibetti

      Concordo a pieno con il tuo commento.
      Comprendo le motivazioni che spingono un compositore ad approcciarsi a questo tipo di musica.
      E quasi ammiro la capacità di scelta di discostarsi da una musica “per compiacere le orecchie”, facendo prevalere un approccio più interiore e sentito.
      Nonostante io capisca le intenzioni, non sono in grado di apprezzare questa tipologia di musica.
      Sarà forse un mio preconcetto o la mia formazione prettamente classica che mi porta a sentirmi lontana da questa realtà.
      Il linguaggio che viene utilizzato non è alla portata di tutti, ed è per questo che non riesce ad essere apprezzata da molti.
      La considero una musica “per pochi”, con linguaggio estremamente soggettivo, il quale la rende meno universale
      Mai dire mai, magari con gli anni inizierò ad apprezzare la musica contemporanea, ma per adesso non mi immaginerei mai ad un concerto di questo tipo.

  17. Lisa Rottigni

    “Non siamo più capaci di vedere la qualità: prevale il consumo veloce. Si è persa l’abitudine all’ascolto dal vivo. È tutto virtuale. Ci si dovrebbe riappropriare dell’esperienza estetica.”

    Questa celebre citazione, riportata nell’articolo, è del direttore e compositore Luca Francesconi.

    Mi ritrovo pienamente d’accordo con questa affermazione. Avendo libero accesso a qualsiasi tipo di musica attraverso le piattaforme streaming, troppo spesso diamo per scontato questa opportunità.
    Ascoltare musica è diventata quasi un’abitudine, tanto da sottovalutare la fortuna che abbiamo ai nostri giorni, quasi dimenticando che fino al secolo scorso, prima delle registrazioni, solo pochi (i più ricchi) avevano la possibilità di assistere a concerti dal vivo frequentemente.
    Sarebbe quindi bene ricordarci del privilegio che abbiamo.

    Facendo ricerche sulla vita di Francesconi però non ho potuto fare a meno di notare che sia stato allievo, negli anni ’80, sia di Berio che di Stockhausen.
    Mi risulta quindi strano pensare che una citazione del genere possa provenire proprio da un allievo di Stockhausen, colui che promosse una radicalizzazione delle teorie weberniane riportate in chiave elettronica.

    Ho potuto comprendere la sua affermazione leggendo una sua intervista per la 28° edizione del Festival Milano Musica, in cui afferma che l’esperienza estetica e la bellezza stanno nel comprendere e creare un linguaggio concreto da qualcosa che non lo è. Elemento fondamentale per Francesconi è la velocità del tempo: facendo riferimento alle teorie di Einstein sulla relatività del tempo, ne esplica l’importanza durante il processo creativo e di come esso influenzi la nostra percezione.

  18. Francesco Ceruti

    La musica contemporanea colta ha portato con sé una rivoluzione artistica senza precedenti. Dagli inizi del XX secolo diverse correnti musicali hanno cercato di sfidare e superare le convenzioni della musica classica occidentale.
    Una delle correnti più significative è stata quella del modernismo, che ha cercato di emanciparsi dalle convenzioni del romanticismo e della musica tonale. Compositori come Arnold Schoenberg e Alban Berg sono stati tra i primi a utilizzare tecniche di composizione atonale ritenuta un cambiamento drastico nel modo di scrivere e sentire la musica.
    Successivamente, durante gli anni ’50 e ’60 si svilupparono nuove correnti musicali ritenute rivoluzionarie per l’epoca quali il serialismo.
    In quest’area si possono anche citare i lavori di Igor Stravinsky e di Karlheinz Stockhausen, i quali hanno introdotto nuovi modelli di scrittura e hanno applicato tecniche innovative come l’elettronica.
    Altri compositori hanno sviluppato la musica minimalista, in cui veniva data la priorità alla ripetizione di figure ritmiche o armoniche. Artisti come Steve Reich e Philip Glass ne sono stati fra i maggiori esponenti.
    Infine, la musica contemporanea ha anche fatto conoscere nuovi strumenti e tecniche, come l’improvvisazione collettiva, la composizione assistita dalla computer music o la performance multimediale.
    Tutti questo portò la musica ad un processo creativo e di costruzione di tipo elettronico, grazie all’utilizzo di sintetizzatori e DAW musicali di tipo digitale.

  19. Francesco Ceruti

    La musica contemporanea colta del XX secolo ha, quindi, cercato in diversi modi di oltrepassare i limiti del passato, prendendo in considerazione nuovi suoni ed espressioni musicali e contemporanee ma mantenendo una radice profonda nella cultura musicale del passato.
    Pertanto, nonostante l’evoluzione tecnologica vada di pari passo con quella musicale, oggigiorno ci sono pur sempre moltissime nicchie di generi musicali passati che hanno nel tempo creato un organico e cerchio sempre più concreto.

  20. Francesco Fojadelli

    Musica contemporanea, per me è un si, ma se riguarda l’ambito musicale e non sperimentale.
    La musica contemporanea è il risultato dell’evoluzione della ricerca artistica nel contesto sociale moderno. L’avvenire di una serie di eventi storici di enorme importanza, di cui le due grandi guerre mondiali e la rivoluzione del linguaggio scientifico, hanno condizionato il pensiero dell’uomo, causando la perdita di tutte le certezze metafisiche che si possedeva nelle epoche precedenti.
    Proprio come nelle epoche precedenti la musica sarà rappresentazione della stessa, e delle sensazioni che gli autori ci vogliono trasmettere, in questo caso travagliate: penso ad esempio ad Arnold Schoenberg.
    Non sostengo però i percorsi di totale defunzionalizzazione musicale, come il futurismo, che rifiuta qualsiasi forma di linguaggio ad esso precedente, proiettato da zero nel futuro, senza considerare l’importanza storica di tutto quello che è avvenuto prima di esso.
    Degli ambienti di sperimentazione musicale, come la scuola della musica concreta di Parigi, non sostengo l’idea strutturale e sperimentale della scuola tedesca di Colonia, che ha condotto una ricerca estremamente scientifica e fisica sull’analisi del suono. Le considero più come delle provocazioni oppure delle critiche nei confronti dello studio della musica.
    Personalmente non ho mai assistito ad un esecuzione di musica contemporanea, ma non sostengo l’idea di un totale distaccamento dalla ricerca musicale. Apprezzo molto il lavoro dei contemporanei, come Luciano Berio, che sviluppano le loro ricerche nelle varie funzionalità tecnico-strumentali, armoniche e melodiche, pur mantenendo l’assetto di base musicale.

  21. “Al fanciullo fa bene l’antico, perché testimonia come tutto non abbia avuto inizio con lui”
    L’approccio delle avanguardie musicali verso il passato è stato variegato e complesso. Mentre alcuni movimenti avanguardisti hanno respinto apertamente le convenzioni e le tradizioni del passato, altri hanno adottato un approccio più ambivalente, mescolando elementi del passato con innovazioni radicali.

    Alcuni compositori avanguardisti hanno cercato di sfidare e rompere con il passato, rifiutando le convenzioni tonali e formali che caratterizzano la musica tradizionale. Questi compositori, spesso associati al movimento dodecafonico o al serialismo weberniano, hanno cercato di creare nuove forme espressive che rompessero con la tradizione e fossero completamente distinte da ciò che era stato fatto in precedenza.
    Tuttavia, è importante sottolineare che molti compositori avanguardisti hanno continuato a trarre ispirazione dal passato e ad utilizzare elementi tradizionali nelle loro composizioni. Ad esempio, alcuni hanno esplorato l’uso di tecniche compositive storiche o hanno fatto riferimento a modelli musicali precedenti (“Pierrot Lunaire”). Alcuni hanno reinterpretato opere musicali del passato, adottando un approccio di citazione o di rielaborazione creativa.
    L’interesse per il passato nella musica avanguardista può essere visto come un modo per riconsiderare, reinventare e reinterpretare il patrimonio musicale storico. Questa pratica può essere vista come un modo di riaffermare la continuità tra il passato e il presente, riconoscendo l’importanza di ciò che è stato creato in precedenza mentre si cerca di sperimentare e innovare.
    Inoltre, alcune avanguardie musicali hanno cercato di superare la dicotomia tra passato e presente, cercando di creare un continuum temporale in cui il passato e il presente coesistono (penso alla Generazione dell’80’ in ambito strumentale). Questo approccio implica l’idea che il passato sia una risorsa da utilizzare e reinterpretare in modo creativo per creare nuove espressioni musicali.
    In sintesi, l’approccio delle avanguardie musicali verso il passato può variare, ma molti compositori hanno adottato un atteggiamento complesso che mescola la rottura con il passato e l’utilizzo di elementi tradizionali (es. Arnold Schoenberg). Questa tensione tra innovazione e riferimenti storici ha contribuito a creare un panorama musicale ricco e diversificato nel XX secolo (dal verismo al futurismo e rumorismo; dalla generazione dell’80’ alle scuole di Colonia, Milano e Parigi).

  22. L’ascolto attivo e l’esperienza estetica svolgono un ruolo fondamentale nell’approccio alla musica d’avanguardia novecentesca. Questo genere musicale si caratterizza per la sua sperimentazione, la ricerca di nuovi suoni e l’esplorazione di nuove forme espressive. Per apprezzare appieno la complessità e l’innovazione di questa musica, è necessario adottare un approccio di ascolto attivo.

    L’ascolto attivo implica un impegno consapevole e concentrato da parte dell’ascoltatore. Invece di ascoltare passivamente la musica d’avanguardia novecentesca, l’ascoltatore deve essere aperto a nuove esperienze sonore e disposto a esplorare territori musicali inesplorati. Questo richiede una mente aperta e una volontà di comprendere le intenzioni dell’autore e il contesto storico-culturale in cui è stata creata la musica. L’ascolto attivo ci permette di cogliere le sfumature e le complessità della musica d’avanguardia, oltre a fornire un’esperienza più ricca e significativa.
    L’esperienza estetica è un’altra componente essenziale nell’approccio alla musica d’avanguardia novecentesca. Questo genere musicale spesso sfida le convenzioni tradizionali e introduce nuove forme di espressione e di percezione. L’esperienza estetica ci invita a considerare la musica d’avanguardia non solo come un insieme di suoni, ma anche come un’opera d’arte complessa e multidimensionale. La bellezza e il valore estetico della musica d’avanguardia possono essere apprezzati attraverso l’esplorazione delle sue strutture formali, dei suoi suoni unici e della sua capacità di evocare emozioni e sensazioni particolari.
    L’ascolto attivo e l’esperienza estetica ci permettono di superare le possibili resistenze o pregiudizi nei confronti della musica d’avanguardia novecentesca. Questo genere richiede un’apertura mentale e una predisposizione ad abbracciare l’inaspettato. Quando ci immergiamo attivamente nell’ascolto della musica d’avanguardia e ci apriamo all’esperienza estetica che essa offre, possiamo scoprire nuovi mondi sonori e arricchire il nostro bagaglio culturale e artistico.
    L’ascolto attivo e l’esperienza estetica giocano dunque un ruolo cruciale nell’approccio alla musica d’avanguardia novecentesca. Questi elementi ci permettono di apprezzare la complessità e l’innovazione di questo genere musicale, andando oltre le convenzioni e aprendoci a nuove esperienze sonore. L’ascolto attivo e l’esperienza estetica ci invitano a esplorare la musica d’avanguardia con una mente aperta e curiosa, aprendoci a nuove possibilità creative e allargando i nostri orizzonti musicali.

  23. Andrea Fatighenti

    La musica contemporanea è una forma di espressione artistica, che rispecchia il contesto storico in cui è stata scritta. Nella maggior parte del 1900 la musica rispecchiava le emozioni che le persone provavano in questo momento così particolare: sentimento di angoscia, frustrazione ecc… Queste emozioni erano causate dall’irrompere delle guerre mondiali e dai totalitarismi. Dopo questa premessa, voglio sottolineare che la musica contemporanea è una musica soggettiva: una musica in cui ognuno si può rispecchiare oppure si può distaccare.
    Personalmente non trovo nessun interesse nell’ascoltare questa tipologia di musica. Questo perché considero la musica contemporanea una musica di sperimentazione e non di ricerca di un fine artistico. Abbiamo studiato molti compositori, tra cui Schaeffer, Xenaxis ecc…Il loro obbiettivo era quello di osservare i fenomeni fisici della realtà e riportarli attraverso degli strumenti elettroacustici nella partitura. In questo periodo la figura del compositore mutua: il compositore è come uno scienziato, osserva i fenomeni fisici e li riporta. Queste composizioni sono frutto di sperimentazione tra gli strumenti acustici ed elettronici ed inoltre non emerge una melodia orecchiabile e cantabile. Spesso è questo il motivo per cui le persone non apprezzano questa musica: mancanza di una melodia.
    Io non ascolterei mai questa musica nei momenti di svago, ma trovo molto interesse nel studiarla ed approfondire le varie tecniche che i compositori hanno usato. Spesso nell’ascoltare questa musica ci sembra che non ci sia un criterio, ma in realtà se analizziamo nel dettaglio la particolarità del compositore riusciamo a trovare un elemento di continuità e di senso.

  24. Anna Billetto

    Il 900 è un periodo pieno di numerosi e diversi movimenti artistici. L’uomo contemporaneo cerca quindi di trovare delle risposte a delle domande esistenziali e lo fa stantie la sperimentazione di nuovi linguaggi.
    di conseguenza gli artisti e i musicisti intraprendono nuove strade lontane dalla tradizione, inventandosi nuovi metodi di composizione.
    La musica contemporanea serve a capire tutte le nuove tensioni dell’animo umano, all’interno di composizioni nuove con elementi particolari, tutto ciò serve a farci comprendere il pensiero del compositore, infatti non sempre sono pezzi piacevoli all’orecchio umano.

    Vorrei concludere dicendo che la musica contemporanea non è per tutti ed è sicuramente un genere molto difficile da ascoltare e da comprendere.
    C’è una citazione del filosofo Adorno a proposito del musicista Schonberg, “le dissonanze, che offendono gli ascoltatori, parlano loro della loro propria condizione, è unicamente per questo he esse sono per loro insopportabili”. da qui possiamo quindi comprendere come questa musica interroghi, in modo critico, la società e proponga metodi alternativi di organizzazione sociale.

  25. “Non siamo più capaci di vedere la qualità: prevale il consumo veloce. Si è persa l’abitudine dell’ascolto attivo. E’ tutto virtuale. Ci si dovrebbe riappropriare dell’esperienza estetica”
    E’ incontestabile il fatto che nella società contemporanea, spesso prevale un consumo veloce e superficiale, che può portare alla perdita dell’abitudine all’ascolto attivo e all’esperienza estetica. Con lo sviluppo delle tecnologie digitali e l’accesso immediato a una vasta gamma di contenuti musicali, è diventato facile per le persone ascoltare la musica in modo passivo, senza dedicare la dovuta attenzione e senza approfondire la comprensione dell’opera d’arte musicale.
    L’ascolto veloce e superficiale può portare alla mancanza di apprezzamento per la qualità e la profondità della musica. La nostra attenzione viene spesso distratta da molteplici stimoli e abbiamo meno tempo e pazienza per immergerci completamente nell’ascolto di un brano musicale. Inoltre, l’abitudine di ascoltare la musica attraverso dispositivi digitali e in modo virtuale può ridurre l’esperienza sensoriale e fisica che deriva dall’ascolto di musica dal vivo o dalla fruizione di supporti fisici come i vinili.
    Dobbiamo ricordare che l’esperienza estetica, tuttavia, non si limita solo all’ascolto musicale, ma può coinvolgere anche altri aspetti come la partecipazione a dibattiti ed eventi musicali. L’importante è coltivare una mentalità aperta e curiosa, che ci permetta di apprezzare la musica come un’opera d’arte che sollecita la riflessione, e che non sia necessariamente gradevole da un punto di vista acustico.
    Riprendere l’abitudine dell’ascolto attivo e riappropriarsi dell’esperienza estetica richiede impegno e consapevolezza, ma può arricchire notevolmente la nostra relazione con la musica. È un invito a rallentare, a sperimentare e a immergersi in un’esperienza più profonda e significativa, che ci permette di cogliere la qualità e le tensioni intrinseche nella musica.

  26. Vincenzo Vella

    Commento sulla musica contemporanea
    «Se è arte non è per tutti, se è per tutti non è arte».
    Per questo commento voglio riportare la citazione che è stata presa in considerazione per l’ultima verifica. Durante questi ultimi giorni dalla verifica, ho avuto modo di poterci riflettere in maniera più dettagliata.
    A tal proposito ho pensato che questa frase di Arnold Schönberg ha accompagnato e accompagna tuttora gli studenti di musica e, nella fatti specie, di composizione della musica contemporanea. Riportare alla mente queste parole, durante i giorni, -quando sorgano inevitabili dubbi sull’effettivo valore musicale e artistico di un brano spesso incomprensibile e incapace di trasmettere altro se non noia- aiuta lo studente smarrito, assalito dal dubbio e sul punto di perdere la fede, a ritrovare fiducia con un procedimento analogo.
    Facciamo a questo punto una considerazione un po’ provocatoria.
    Immaginiamo di ascoltare casualmente (come quando un’altra autovettura si affianca alla nostra) uno di quei brani da discoteca che giungono alle nostre orecchie, quasi sempre filtrati nelle frequenze più alte e quindi consistenti in una serie di bassi ritmici rimbombanti e di ben pochi altri elementi musicali. È forse quella musica per tutti? Sicuramente no, perché molte persone di buon senso e buon gusto giustamente non l’apprezzano: ne conseguirebbe che, non essendo per tutti, sarebbe “arte”.
    La frase di Schönberg, sicuramente dettata da principi di grande onestà intellettuale, ha però avuto un’influenza negativa sugli sviluppi della musica contemporanea e, interpretata male, è un esempio di mancanza di “democrazia musicale”.
    Alla fine, In pratica è come se il compositore pensasse che ci sono persone che non sono in grado di capire la vera arte e quindi non resta che produrla per sé e per il proprio gruppo elitario, fatto di gente tanto brava, che capisce e che è anche assai intelligente.

  27. Lorenzo Crotti

    “Non siamo più capaci di vedere la qualità: prevale il consumo veloce. Si è persa l’ abitudine all’ascolto dal vivo. È tutto virtuale. Ci si dovrebbe riappropriare dell’esperienza estetica”

    La velocità del mondo moderno uccide l’arte. Viviamo oggi in una società dell’edonismo, tutto deve essere finalizzato al piacere hic et nunc. Una riflessione di un certo tipo oggi non può essere che una vox clamantis in deserto, non possiamo con questi presupposti pretendere che un percorso d’indagine sull’umano, come quello condotto dall’arte, sopratutto quella contemporanea, possa andare di moda, sarebbe ben oltre l’essere realisticamente ottimisti. Viviamo in una società che è terrorizzata dall’idea di silenzio, essendo quest’ultimo un concetto legato indissolubilmente ad una dimensione sacrale, dove l’uomo si mette alla presenza di ciò che è più grande di lui (Prima di pregare ci si raccoglie in silenzio, come pure prima di un concerto) non può avere spazio in un mondo saturo di ambient music, musica contro natura, musica che non va ascoltata, in poche parole prostituzione, l’uomo, senza silenzio si dimentica della sua interiorità, della riflessione, del pensiero, e del rapporto con gli altri (è facile cenare in famiglia con sotto canale cinque o rai uno) il silenzio è il vestito scomodo che ci mette a disagio, che ci costringe dialogare con la nostra alienazione e con la nostra essenza. Chi meglio di Webern aveva capito questo? Che con le sue variazioni op 27 ha acceso in me l’amore profondo per la contemporanea?
    Fruire un’opera contemporanea, qualunque essa sia, significa mettere in discussione le proprie convinzioni, e in un mondo dove il convenzionale, il conveniente, la massificazione del pensiero nella peggiore delle dittature del relativismo questo risulta un ostacolo difficilissimo da superare, la contemporanea ci chiede un elenco puntuale di ciò che abbiamo ponderato e scelto dei ciò che crediamo per partito preso e oggi questo elenco ci. Fa paura.
    Questo fa paura sopratutto a noi del settore, che spesso si arrocchiamo su posizioni che prendiamo sulla base del nostro gradimento personale, che per quanto indiscutibile, spesso non tiene conto dell’oggettività delle cose:
    Mozart non scriveva come scriveva perché amasse particolarmente scrivere delle belle melodie, ma perché voleva comunicare un’idea, un pensiero un modo di essere, anche nella tempesta della sua vita personale sapeva trovare nella sua Musica un mezzo per esprimere il suo desiderio ardentissimo e insaziabile di serenità, questo è il senso, non la bella melodia fine a se stessa, un desiderio che va ben oltre a quello che si vede, insomma, dire che Mozart e Bach e chi vi pare sono musica perché “peroni hanno senso” mentre Berio e Maderna no è un ragionamento che fa poco onore alla profondità di pensiero del “musicista” che così si esprime, che ne sia consapevole oppure no (Spesso questo costrutto è talmente radicato da diventare inconscio, un atto mancato, che tentiamo di giustificare ad ogni costo perchè incapaci metterci in discussione)

  28. Andrea Ghidelli

    La musica contemporanea è un ambito artistico che suscita spesso reazioni contrastanti. Nel testo, l’autore esprime la sua opinione personale, ritenendo la musica contemporanea estremamente complessa, così come la musica classica. Tuttavia, ritiene che quest’ultima sia meno compresa, inclusa la sua stessa comprensione. La complessità di questo genere musicale risiede nel periodo storico in cui è nato e negli artisti che lo hanno sviluppato, come Iannis Xenakis, Pierre Boulez e Karlheinz Stockhausen. Il periodo seguente alle due guerre mondiali ha rivelato la capacità distruttiva dell’umanità, andando oltre la creazione di bellezza e portando stermini e distruzioni. La musica, come tutte le arti, è influenzata dal contesto storico e culturale in cui opera, e la musica contemporanea sintetizza le esperienze di quel periodo angosciante, difficile e complesso. Per rappresentare questa realtà, i compositori si sono allontanati dalla tradizione, cercando un nuovo linguaggio in grado di descrivere atmosfere simili. Quindi, nella musica contemporanea, si sono introdotti concetti come il rumore (incluso il suono del progresso), l’elettricità e l’utilizzo di nuove tecnologie alla ricerca di nuove sonorità e strumenti. Il risultato è un’esperienza caotica, spigolosa, innaturale e irruenta che travolge l’ascoltatore, simile all’impatto delle guerre sull’umanità, lasciando un senso di perplessità. La mancanza di strumenti per comprendere questo linguaggio estremamente complesso, a causa della sua innaturalezza, può far sembrare la musica un ammasso di rumori, ma in realtà non è così. Per avvicinarsi a questa musica, è necessario essere preparati, informati, curiosi e avere una mente aperta che non limiti la musica solo al passato, al vecchio o al tradizionale. La musica, come tutte le arti, è creata dalle persone, che si evolvono costantemente, e quindi anche la musica stessa evolve. La musica contemporanea si concentra sulla rappresentazione della realtà in tutte le sue sfaccettature, sia positive che negative. Data la sua origine nel periodo delle guerre mondiali, gran parte del repertorio si focalizza sull’atrocità dei conflitti e, in particolare, sulla disumanità delle persecuzioni antisemite. Un aspetto interessante della musica contemporanea è la sperimentazione e l’uso delle nuove tecnologie. Le figure come Schaeffer, le scuole di Parigi e Colonia, l’IRCAM di Boulez e lo studio di fonologia di Milano di Berio hanno dedicato tempo alla ricerca pura del suono, cercando di creare un connubio tra musica e scienza. Nella musica contemporanea, il suono non è trattato solo come un’estro artistico, ma come un fenomeno fisico da studiare, padroneggiare e applicare. Le composizioni contemporanee hanno una funzione sociale severa o un obiettivo di ricerca.

  29. Enrico Mismara

    Luca Francesconi
    La musica contemporanea ha lo scopo di superare le barriere della musica e dei sistemi tradizionali, creando nuove sensazioni, nuove emozioni, nuove domande….
    Personalmente la domanda che mi è sorta spontanea dopo aver ascoltato una composizione contemporanea è: Perché tutto questo? A quale scopo?
    Ricercando su internet mi sono imbattuto in più risposte da parte dei compositori e dei sostenitori di questo tipo di musica, a mio avviso, sentenze molto variabili, se posso permettermi a volte anche scontate.
    Ciò che ho appena detto riguardo ad alcune risposte al “perché comporre opere contemporanee” va approfondito. Mi sono permesso di utilizzare il termine “scontato” perché ci sono delle risposte che possono voler dire tutto come possono voler dire niente, uno dei tanti aggettivi usati per giustificare lo scopo delle opere contemporanee è il termine “provocatorio”. A mio avviso non basta comporre la più insensata e disordinata delle opere nascondendosi dietro a frasi del tipo:
    “è provocatorio ” o ” se non comprendi significa che hai la mente troppo chiusa”… Sembra proprio una scusa di un qualcuno che non ha idee però vuole creare a tutti i costi qualcosa per distinguersi.
    Sono consapevole del fatto che non si ascolta musica concreta per hobby o svago, la sua complessità e i metodi non convenzionali rendono questo modo di fare musica compatibile con poche persone. Tutti i punti di questo genere rappresentano l’opposto dei gusti della società moderna, l’attenzione ai dettagli e la lentezza delle opere contemporanee non combacia per niente con la frenesia e il basso livello di attenzione delle masse.
    Insomma quello che è importante della musica contemporanea non è la musica in se ma il significato che vuole lasciare, le sensazioni sgradevoli e innaturali che trasmette, punta a lasciare un segno positivo o negativo che sia, perché diciamocelo… qualsiasi persona estranea a questo tipo di mondo se lasciata per ore in una stanza seduta con una composizione di questo tipo in sottofondo né uscirà segnata, probabilmente in negativo senza più energie fisiche e mentali…ottimo per estorcere informazioni, altro che tortura!
    Scherzi a parte, la mia modesta posizione in merito alla musica contemporanea è sfavorevole, rispetto quei pochi che sono riusciti veramente a fornire un significato e uno scopo senza nascondersi dietro le frasi elencate in precedenza (perché in quel caso la fonte di provocazione non è né l’opera né il suo significato ma il suo creatore), tuttavia questo rispetto non include ammirazione o apprezzamento per il genere.

  30. Edoardo Villa

    La musica contemporanea per me rimane un contesto inesplorato, ma sinceramente questo genere non mi ha mai appassionato tranne rari casi. La parte che mi interessa di più è la musica della scuola di Colonia e la sua musica elettronica, specialmente Karlheinz Stockhausen. Però di quest’ultimo le sonate per pianoforte non riescono a rientrare nelle mie corde. L’ultimo periodo che mi piace a tutto tondo è l’opera italiana del 1900, la generazione dell’80 e la musica sinfonica tedesca.
    Concordo pienamente con il fatto che andare a studiare tutta la semantica della musica contemporanea necessita di un lungo studio, cosa che interessa potenzialmente solo i musicisti. Ma anche tra gli stessi musicisti, molti non vogliono avere nulla a che fare con essa. Personalmente in un mondo in cui la musica per le persone non-musiciste è la musica leggera commerciale, ossia fatta per i momenti di svago, e in rari casi la musica classica e l’opera, non credo che molte persone abbiano la voglia di studiarsi tutto il significato e tutta la semantica che è intrinseca ad una composizione e allo stesso autore, e a volte la musica contemporanea la classificano come rumore non concependo del tutto il suo significato.
    Secondo me la musica contemporanea ha voluto forzare una rivoluzione a qualsiasi costo, cercando di sbarazzarsi in un qualsiasi modo della tradizione musicale precedente, quasi disprezzando tutto quello prima di loro. Personalmente credo che la saturazione della musica tonale è stata affrontata molto bene da Debussy, che è andato a creare un proprio sistema comunque rimanendo su un’influenza tonale inserendo scale esatonali e difettive. Già il futurismo italiano per me è una delle prime forzature, con lo stesso movimento rumorista. A questi ultimi però riconosco la loro importanza per quanto riguarda la nascita della musica concreta e degli influssi tecnologici sulla musica come accadde con l’intonarumori.
    Un altro dettaglio che a me non fa impazzire è la ricerca della provocazione a tutti i costi. Il primo esempio che mi viene in mente è lo stesso John Cage, che con la sua 4’33’’ cerca appunto questa provocazione chiudendo il pianoforte per appunto un periodo di 4 minuti e 33 secondi diviso in movimenti. Questo tipo di provocazione non riesce a trasmettermi niente, come succede con le opere della performance art come per esempio Marina Abramovic o come quelle di Cattelan.
    C’è comunque da considerare che per musica contemporanea si intendono una marea di correnti artistiche e artisti, quindi ridurre tutte esse a questo sarebbe difficile, dato che quasi ogni corrente artistica ha regole e dettami diversi da un’altra corrente, spesso anche dello stesso periodo, in quanto questi artisti sentivano in modo personale la musica.

  31. Musica contemporanea? Personalmente si.
    Scorrendo fra i commenti ho constatato che non pochi si scagliano acidamente contro questa, criticandone la difficoltà di approccio dovuta alle sonorità proposte da chi la compone; Si tratta infatti di un genere nel quale regna sovrana la sperimentazione, che talvolta porta la musica a varcare il confine fra sè stessa e rumore. Mettendoci a confronto con la musica contemporanea, sentiamo violato il nostro concetto di estetica, ma sono dell’idea che nessuno ci si accosti con l’intento di apprezzare un piacevole momento musicale. Qui infatti secondo me casca l’asino per chi scredita la musica contemporanea in questo senso, mostrando un’incomprensione di fondo circa il suo compito nel panorama musicale da parte loro che, secondo me, risiede nell’introduzione di nuovi mezzi e linguaggi nel mondo di quest’arte. Tengo ad accostare alle mie affermazioni una celebre citazione di Schoenberg che dice che “se è arte non è per tutti, e che se è per tutti non è arte.”

  32. È innegabile che l’ascolto del repertorio contemporaneo novecentesco richieda un’attenzione diversa rispetto al repertorio operistico o sinfonico affermatosi fino al secolo precedente: i primissimi decenni del ventesimo secolo sono stati portavoce di un’accelerazione repentina che ha toccato tutte le forme artistiche, dall’abbandono delle accademie in ambito pittorico allo scardinamento dei canoni letterari ottocenteschi; l’avvento della musica contemporanea è lo specchio di un clima di fermento culturale legato anche a rivendicazioni di tipo sociale e alla nascita della società delle macchine, motivo per cui trovo che l’approccio alla dodecafonia, all’atonalità e alle talvolta stridenti produzioni musicali novecentesche debba essere lo stesso approccio che va adottato nella visione di un crudo documentario storico o nella lettura di dipinto avanguartistico: non si tratta di mero intrattenimento, non si tratta di lavori che debbano emozionare, bensì di risultati artistici che necessitano di strumenti pre-acquisiti affinché possano essere compresi a pieno. Il fine della musica del primo Novecento, un repertorio complesso, sfaccettato ed estremamente variegato, non è più quello di restituire al pubblico la piacevolezza, l’obbiettivo è invece di restituire in maniera cristallina una testimonianza del contesto storico turbolento che è stato quello pre-bellico. La chiave di lettura (o meglio, la chiave di ascolto) perché la musica contemporanea sia compresa deve necessariamente passare dalla conoscenza del percorso precedente che ha determinato un punto di arrivo così sconvolgente, tale da inglobare all’interno delle composizioni rumori, effetti sonori provenienti da natura o sonorità prodotte da macchine. Non è più musica “bella”, ma è musica volontariamente brutta. Con questa affermazione non intendo assolutamente insinuare che non sia lecito un ascolto ingenuo, tuttavia, non trattandosi di musica che ambisce alla cura di una piacevolezza estetica, sicuramente il suo apprezzamento richiede un’apertura mentale non da tutti e una disponibilità a investire le proprie energie nell’avvicinamento ad una testimonianza di valore storico difficilmente decifrabile.

  33. Allontanandosi dall’idea della musica contemporanea come un repertorio elitario, una figura di eccentricità rispetto al panorama contemporaneo è quella di Arvo Pårt, musicista estone che, partendo dalla dodecafonia, è approdato ad una musica definita “minimalismo sacro”, caratterizzata da un’armonia tonale estremamente semplice e uno stile a metà tra monodia e polifonia solamente per due voci. Il compositore anzi si dedica a composizioni aperte a numerose suggestioni, limpide che esplorano la molteplicità delle sfaccettature musicali estremamente diverse l’una dall’altra.

    • Francesco Fojadelli

      Concordo, Arvo Part è un compositore che ha dimostrato di sapersi orientare nel contesto musicale moderno, pur mantenendo un assetto semi-tradizionale. Le stesse forme delle sue composizioni, considerando sia gli organici strumentali che le strutture dei brani stessi, richiamano al mondo della classicità. La composizione Fratres ad esempio, eseguita dal duo strumentale per eccellenza del romanticismo, violino e pianoforte. Un altro suo clamoroso esempio è il Magnificat, di chiaro impianto corale, già dal suo ascolto possiamo percepire un netto distaccameto dalle fondamentali regole dell’armonia tonale.
      Cito un ultimo esempio, Cantus in Memoriam Benjamin Britten, è un brano della notevole durata di 7 minuti, che consiste su una base di un light motive, sul quale si sviluppa un’armonia continua

  34. La musica contemporanea colta rappresenta una forma d’arte innovativa, che sfida le convenzioni della musica classica del passato. Per mezzo delle innovazioni tecnologiche degli ultimi decenni, i compositori hanno avuto la possibilità di sperimentare nuovi suoni e di creare nuove forme musicali che prima non erano possibili. La musica contemporanea, dunque, è molto diversa da quella del passato, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello artistico.
    Inoltre, essa ha un ruolo importante nella cultura popolare e nella società in generale: infatti, molti compositori hanno scritto opere che trattano temi sociali e politici importanti, come la discriminazione, la disuguaglianza e l’ambiente. Queste opere sono state spesso usate come strumento di protesta e di attivismo sociale. Di conseguenza, in conclusione volevo dire che, anche se non ascolto la musica contemporanea, sicuramente credo che essa abbia la capacità di emozionare e di influenzare la vita delle persone in modo profondo e significativo.

  35. L’anno scorso io e alcuni miei compagni di classe abbiamo suonato il brano “sette serenate di Marcello”, del compositore Giovanni Mancuso.

    Il Marcello citato nel titolo del brano è Marcello Dell’Utri, un parlamentare condannato a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
    Il compositore immagina quindi Marcello dell’Utri cantare delle serenate ai dei boss mafiosi, denunciando così la vicinanza del parlamentare con la mafia.
    Ho trovato molto difficile suonare questo brano perché non sono più presenti né una melodia ben distinta né una scrittura musicale a cui siamo abituati.
    All’interno del brano sono infatti presenti moltissimi elementi che non mi era mai capitato di vedere prima e che solo grazie alla spiegazione dello stesso compositore abbiamo saputo decifrare.
    Sono elementi ritmici e melodici molto lontani da quello che siamo abituati ad ascoltare ed eseguire, e proprio per questo la difficoltà tecnica è molto alta.
    Si tratta sicuramente di una musica che prima di riuscire a trasmettere il suo impegno civile di denuncia, deve riuscire a superare la barriera di pregiudizio e spaesamento che questo tipo di musica genera in ascoltatori ed esecutori che non masticano musica contemporanea quotidianamente.

    Qui sotto lascio anche un link ad una registrazione integrale del brano.

    https://www.youtube.com/watch?v=Sl29cNG87IU

  36. Lorenzo Crotti

    Il primo musicista contemporaneo, a mio avviso, che stando a quello che dicono alcuni di voi vuol dire imporre agli altri impropri smisurato ego è stato guido d’Arezzo: Perché il si bisogna chiamarlo cosi solo perché l’inno dice Sancte Ioannes? Se io devo sentirmi sempre a mio agio e sono un devoto di San Bernardo non sarebbe meglio chiamarlo SB? Per fortuna che io sono il suo fan numero uno e quindi mi va bene cosi, del resto come disse lo stesso Beethoven”il musicista è colui che ha ben presto imparato credere in se stesso” Essere un compositore, significa avere il coraggio di imporre la propria visione, se gioco a scopa casa mia le regole le decido io, se vado a farne una a scopa con Bach le regole le decide lui e stessa cosa se il padrone di casa è Olivier Messiaen, se vivessimo di insicurezze perché oberarti solo dalla preoccupazione di non essere all’altezza di chi ci ha preceduto non solo non avrebbe senso scrivere musica, ma non avrebbe senso neanche eseguirla, la musica occidentale sarebbe una muta e polverosa reliquia da ammirare dentro una teca di un museo. Occorre una piccola dose di orgoglio, forse anche un po di spezzatura, ma ne vale la pena, col cavolo che avremmo avuto le Goldberg o la Messa in Si minore se Bach avesse passato il tempo a piagnucolare sul fatto che Frescobaldi fosse stato un genio e lui no, i tedeschi per loro indole ne sanno qualcosa, nel mondo musicale occorre un po’ di sana presunzione. Il senso dell’arte, in particolare della musica, mi piace pensare che stia nell’essenza del concetto stesso di gioco, in un certo senso di dialettica, e per giocare insieme occorre decidere delle regole, per approcciarsi ad un autore occorre giocare a scopa con lui secondo le regole che decide lui, perché quando siamo esecutori dobbiamo capire quali sono le caratteristiche della visione che ci impongono, la loro visione, che noi esecutori dobbiamo trasmettere al pubblico nel modo più onesto sincero possibile, tuttavia MUOVENDOCI dentro nelle regole del padrone di casa, giocare secondo le regole non vuol dire non giocare con astuzia, fare mosse intelligenti, in poche parole interpretare. Se mi metto ad improvvisare l’introduzione di una toccata di Frescobaldi (parlo del mio mestiere) o improvviso una cadenza non sto forse facendo prevalere il mio estro su quello dell’autore? si, ma sempre perché lui me l’ha concesso e io lo sfrutto al meglio, anticipando le sue mosse.
    Lo so, le partite a carte che si giocano con i contemporanei sono tostissime, tuttavia, in un mondo come oggi sono pochi sia gli interpreti che gli ascoltatori che con un po’ di sana tracotanza vogliono battersi con questi padroni casa particolarmente puntigliosi, l’apprezzare questa musica richiede apertura mentale si, ma anche. una certa dose di sicurezza, nella contemporanea infatti, visto che ci parlano uomini del nostro tempo, il dialogo diventa spesso uno scontro, una dialettica nel senso più letterale, ma è uno scontro che arricchisce e alle volte può aiutarci ad acquisire maggiore consapevolezza dell’ oggi per costruire un domani migliore.

  37. La musica contemporanea viene cronologicamente collocata all’incirca fra l’inizio del secondo dopo guerra fino ai giorni nostri. Questo tipo di musica non viene vista da tutti come un genere musicale, dato che viene ritenuta “incomprensibile” e “rumorosa”, sebbene la critica la consideri musica colta.
    Capisco l’origine di questo scetticismo, dato che come genere musicale è molto difficile e complicato da comprendere, soprattutto se si tratta di un brano composto da suoni che non rientrano nelle norme della musica classica stabilite negli ultimi 400 anni.
    Tuttavia, questo ci impone di definire effettivamente la “musica”. Cos’è musica? Per definizione musica è “un’arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni semplici o complessi”, di conseguenza la musica contemporanea è musica e non rumore. Questo ci dà le basi su cui costruire una comprensione della musica contemporanea. Molti basano la loro “categorizzazione musicale” in base al gusto personale, anche se non è corretto perché porta al soggettivo. Ad esempio il Jazz veniva considerato come “rumore” dato che non rientrava nella categoria di musica classica.
    Lo scopo della musica contemporanea è quello di riflettere una realtà: può essere una realtà orribile o felice o una via di mezzo.
    Nel caso di George Crumb, compositore statunitense, alcune delle sue composizioni sono di denuncia sociale; ad esempio quella sua più nota “Black Angels” è stata composta come risposta alla guerra del Vietnam e si riferisce ai bombardamenti aerei che piovono sulla gente come se fossero angeli della morte.
    L’ “immagine dell’angelo nero” era un immagine convenzionale usato da pittori per simboleggiare l’angelo caduto. Questa sua opera rimanda al viaggio dell’anima: le tre fasi sono “Departure” (caduta di disgrazia), “Absence” (annientamento spirituale) e “Return” (redenzione)
    (un estratto della partitura di “Black Angel”)

    Un’altro compositore noto per i suoi lavori legati alla denuncia sociale è Krzysztof Penderecki, compositore polacco che visse durante il periodo dell’unione sovietica. Egli è noto per aver composto “Threnody to the Victims of Hiroshima”, dedicata alle vittime della bomba atomica. Grazie a questo vinse un premio assegnato dall’UNESCO International Tribune of Composers a Parigi.
    Sono presenti 52 strumenti ad arco e lo scopo era di rievocare questo momento traumatico e caotico, facendo si che l’ascoltatore si sentisse a disagio sentendo le urla emanate dai musicisti e i suoni che ricreano quelli del bombardamento.
    Ecco un estratto della partitura di “Threnody to the Victims of Hiroshima”
    L’unico approccio diretto che ho avuto con la musica contemporanea è stato con il concerto per quartetto di Shostakovich. Prima di allora io non l’avevo mai ascoltato e nemmeno sapevo della sua esistenza. Quando l’ho “incontrato” mi si è aperto un mondo nuovo e devo dire sinceramente che dal quel momento ho capito lo scopo dei compositori contemporanei: la musica non è qualcosa di intellettuale o solamente artistico, ma può essere un mezzo per raccontare gli accadimenti della storia, per non dimenticare.

  38. Morgana Mietitore

    La musica contemporanea ovvero quella del 900 è musica nata dalla guerra, dal periodo buio delle nazioni, da artisti e piu semplicemente persone che sentivano la necessità di esprimere quello che stavano provando e vivendo, e sicuramente, non avrebbero potuto farlo con metodi tradizionali.
    Chi componeva sentiva la necessitá di distaccarsi dalla musica tradizionale, dai concetti base, dai significati ormai scontati, aveva bisogno di altro, ed’è per questo che la musica del 900 ha bisogno di un orecchio, di un ascoltatore, senza pregiudizi, perche questo tipo di musica può non piacere e non é sicuramente leggera ed orecchiabile, eppure ascoltata con le giuste intenzioni i significati piu profondi ci investono completamente.
    Io sono una cantante, dunque vorrei concentrarmi sull’aspetto vocale nella musica novecentesca, Cathy Berberian é considerata una delle maggiori interpreti della musica contemporanea
    La cantante statunitense arriva in Italia presto, nel 1949 e stabilisce con Luciano Berio un rapporto lavorativo ma anche privato, tanto che presto diventa sua moglie,
    poco dopo nel 1955, da Berio e Maderna, nasce a Milano lo Studio di Fonologia musicale della Rai, dove nel 1958 la cantante Berberian interpreta Thema (Omaggio a Joyce) di Berio, (https://www.youtube.com/watch?v=mS6tv50YGWg) in cui la sua voce è l’unica sorgente sonora ed’è sottoposta a numerose manipolazioni elettroacustiche.
    Interpreta anche in Aria, scritta per lei da John Cage in cui recupera le implicazioni espressivo–gestuali della pura vocalità, Voix de femme (1958–59) e La Passion selon Sade (1965) che Bussotti compose per lei.
    Era una cantante con estrema versatilità vocale infatti scrivono per lei anche Igor Stravinsky, Bruno Maderna e Henry Pousseur.
    Cathy Bernerian possedeva spirito anticonvenzionale e riusciva a mettere in relazione alcuni aspetti della cultura popolare con il pensiero critico
    Nel 1966 interpreta Stripsody, (https://www.youtube.com/watch?v=0dNLAhL46xM) un saggio sull’onomatopea vocale, nato dalla collaborazione con Umberto Eco e con il pittore Eugenio Carmi.
    Partecipa inoltre a radiodrammi e come attrice in pellicole sperimentali.
    Uno dei compositori che amava di più era John Cage, uno dei musicisti piu rivoluzionari del ‘900, convinto che ogni suono potesse essere musica.
    Lui si è definito un non-musicista e Berberian ha sempre ricordato di lui che dietro le sue provocazioni e stranezze c’era una preparazione musicale solidissima.
    Cathy Berberian era una donna e un’artista appassionata, si è dedicata anche alla musica antica, in particolare a Monteverdi, ed’era sempre alla ricerca di musica nuove e di repertori nuovi da esplorare, infatti negli ultimi anni ha compiuto una lunga ricerca sulle musiche scritte da donne, dal Medioevo e la più antica che ha scoperto è dell’anno 800 circa, creata da una monaca armena, fino all’epoca contemporanea.
    La questione sollevata in questo blog sulla societá moderna è così ampia che ci sarebbero tantissime cose da dire, eppure restando concentrati sulla musica, mi ritrovo nella riflessione, certamente ormai il consumo veloce prevale su tutto e la musica dal vivo sopravvive ma si tratta per lo piu di concerti di cantanti famosi, e purtroppo al di fuori dell’ambiente scolastico che frequento non ho mai sentito qualcuno dirmi di essere andata a teatro a sentire un’opera ad esempio, eppure quanto é bello l’ascolto dal vivo, anche di musica che ci appare distante da noi, musica che va ascoltata con il cuore e va sentita.
    io non ho mai avuto l’occasione di ascoltare musica contemporanea dal vivo, però è un’esperienza che non rifiuterei anzi, mi piacerebbe molto.
    Mi sento una persona aperta alla modernità e a nuove esperienze e questo mi sembra l’unico consiglio da poter dare ma non solo ai giovani ma a tutti, riprendiamoci le esperienze piu vere della vita e tutto ci sembrerá andare nel verso giusto, godiamoci la musica e tutta, non solo quella che ci piace.

  39. Giuseppe Ditomaso

    Se dovessi riassumere il moderno con una parola utilizzerei : “smart”. L’evoluzione umana è avvenuta in tutti i sensi verso la ricerca del facile e del veloce. Partendo dal cibo. Viviamo tutti di fretta , spesso non si ha nemmeno il tempo di gustarci ciò che abbiamo davanti per questo andiamo nei fast food.La musica ,per me ,è un mondo simile a quello del cibo.Entrambi sono un arte ma si sono evoluti sicuramente in maniera diversa.Ormai con il nostro telefono possiamo vivere esperienze passate ,anche molto lontane attraverso solamente con un semplice click. Tutti i video,i film,la musica che vogliamo ascoltare è tutta disponibile a tempo zero. Questa comodità purtroppo comporta a viziare il nostro corpo verso quella che è una totale pigrizia.Non c’è più l’eccitazione di andare a seguire uno spettacolo teatrale con gli amici i di portare la propria ragazza a un concerto di musica dal vivo. Si stanno perdendo i modi ma soprattutto la qualità.Siamo destinati a diventare ed a essere abituati a un qualcosa che presto diventerà superficialità rimanendo sempre scontenti. Per me l’uomo non è scontenti perché li manca effettivamente qualcosa,egli è scontenti perché non sa assaporare quello che ha ,la sua coscienza che gli fa realizzare di essere in quel posto,in quel determinato momento,con quella persona ,si è completamente dissolto. Così come questo anche la musica è destinata a diventare qualcosa di superficiale e solo in pochi avranno la fortuna di ricercare quella che nei tempi passati era definita vera musica.Ma tocca a noi giovani che abbiamo il piacere di studiarla e di replicarla e gustarla ,a metterci del nostro.

  40. La musica contemporanea…
    quando ci troviamo ad ascoltare la musica contemporanea a primo impatto, e non solo, ci lascia molto perplessi. Questa musica è fatta di dissonanze, di rumori, di un completo caos e arriva pure a darci fastidio. Questa prima impressione però dovrebbe scaturire dentro di noi delle domande, ovvero: “ma per quale motivo e come è nata questa musica? come mai l’uomo si è distaccato cosi tanto dalla tradizione?” per rispondere a queste domande dobbiamo guardare senz’altro il panorama culturale e storico in cui sono nate. Ci troviamo in Europa dopo le due grandi guerre mondiali che hanno stravolto la vita di chiunque, queste due guerre hanno fatto vedere dove l’uomo e la sua cattiveria possono arrivare. La musica di conseguenza ne è lo specchio, tutte le radici salde della tradizione sono scomparse e con loro tutta la musica armoniosa e così piacevole all’ascolto. I compositori di musica contemporanea si sono trovati di fronte ad un panorama angoscioso, dove tutto è andato distrutto e sono stati costretti a cercare un nuovo linguaggio per descrivere questo complesso periodo storico. La musica classica lascia il posto ad una musica che rispecchia non solo la fine delle due guerre mondiali ma anche l’avvento del progresso, delle macchine e dell’elettricità, tutto questo spinto anche dalle nuove avanguardie, come il futurismo. Ci sono grandi compositori italiani come Luciano Berio e Luigi Nono ma anche di tutta Europa come Pierre Boulez e Karlheinz Stockhausen. Questa nuova musica doveva rispecchiare il nuovo, l’avanzare del progresso eliminando la musica classica, che rimandava alla natura, considerata ormai noiosa. Questa musica lascia sempre perplessi per il suo grande impatto emotivo e per la innaturalità e spigolosità ma è proprio per questo che per ascoltare questa musica serve essere preparati, consapevoli di quello che si sta per sentire e aperti alla novità, al diverso e pronti a staccarsi dalla tanto amata tradizione. La musica cambia come cambia l’uomo, lo rispecchia e noi dobbiamo essere in grado di coglierne ogni significato profondo e analizzarlo nei giusti termini. Questa riflessione mi permette di “guardare” la musica contemporanea con occhi diversi.

  41. Daniele Masciandaro

    E’ proprio vero, l’uomo è un animale complesso, talvolta di ampie vedute, talvolta testardo e arretrato. L’essere indecifrabile dell’uomo sta alla base di tanti fenomeni, la necessità di sviare, di ricercare qualcosa di speciale e al di fuori dalla quotidianità è una delle innumerevoli complicazioni della mente. Da questo presupposto nasce il concetto di “musica contemporanea”, ricercata nelle sue sembianze, tante volte con un’inclinazione quasi scientifica. E’ proprio l’essere ricercato della musica contemporanea che non permette la sua completa approvazione. Non è raro sentire parlare di questa come “inascoltabile”, “non musicale”.
    Vedete, in realtà la musica contemporanea si fonda in radici storiche inequivocabili, nella necessità di esprimere sensazioni diverse in contesti sociali e culturali diversi. Forse l’incapacità di apprezzare forme artistiche differenti, enarmoniche nel caso specifico, sta nella superficiale formazione didattica che le scuole e la produzione consumistica odierna forniscono.
    A cominciare dalla formazione primaria dove gli studenti sono obbligati a “strimpellare” banali musichette con il flauto dolce senza apprendere alcun presupposto storico, il che sarebbe non utile, ma necessario al fine di comprendere il perché dell’evoluzione stilistica nell’arte.

    La musica novecentesca è sconosciuta, spesso ci fa “paura” perché contrasta i nostri generici gusti. Ci basterebbe forse un pizzico di sana follia per provare ad apprezzare qualcosa di diverso, provare così come fecero i vari Schomberg, Webern e Berg nel momento in cui sentivano di dover rompere con ogni schema. Apprezzare i traguardi che i pionieri contemporanei sono riusciti a raggiungere, significa riconoscere ancora oggi la loro influenza. In un certo senso tutte quelle “idee” che per molti coetanei sembrano idiozie o assurdità, come l’idea dei futuristi di trasformare il suono in rumore, sono effettivamente i primi rudimentali esempi di modernità. D’altro canto forse l’elettronica di oggi, ad esempio, non sarebbe mai potuta esistere senza di loro.
    Imparare, anche nel nostro piccolo, a sperimentare è la chiave di lettura.
    Studi scientifici hanno inoltre dimostrato che l’uomo non è per sua natura programmato per godere in tempo reale dell’espressione artistica a lui contemporanea. Ecco perché la “Prima della Grande Fuga di Beethoven” fu definita dal pubblico del 1826 “incomprensibile come il cinese”, mentre un secolo più tardi giudicata da Stravinsky “il più perfetto miracolo di tutta la musica”.
    Insomma, per capire il fenomeno contemporaneo, oltre che possedere una minima conoscenza dei fatti, bisognerebbe armarsi di sana curiosità e poco altro, provare a sperimentare anche nel nostro piccolo.

  42. rifacendomi alla citazione finale vorrei collegarmi al modo di vivere di oggi, che colpisce ovviamente anche la fruizione della musica. oggi l’uomo vive di fretta, di corsa, non ha mai il giusto tempo da dedicare al piacere, all’ascolto di buona musica per esempio, ad entrare a pieno in quello che si sta facendo. Viviamo in una società dove tutto è veloce, immediato perché oggi “non si ha tempo da perdere” su dice… questa frase vale tutto e niente.
    le passioni stanno scomparendo, il piacere, la curiosità e il sacrificio sono completamente annebbiati dal superfluo, dalla notizia inutile dell’ultimo minuto, che sembra essere più importante della nostra crescita personale e del nostro futuro.

  43. “Chi esegue, si sforza di comprendere nella convinzione che non ci possa essere un’altra strada”

    Proprio come Beethoven ha avuto grande impatto su Haydn e Brahms, gli attuali compositori vengono costantemente influenzati dalla musica di altri compositori in vita o recentemente scomparsi.
    A volte conoscere un determinato contesto può assicurare una base migliore per avvicinarsi allo stile musicale e compositivo di qualcuno.

    Ritengo che i compositori siano più inclini nell’abbracciarne l’aspetto sperimentale dell’atto compositivo, questo perché l’aspettativa che si creano è quello di una musica che riconosca tutto dal passato.
    Inoltre, non è sempre necessario dover essere musicalmente istruiti per apprezzare la musica atonale, sperimentale o qualsiasi cosa possa sembrare inquietante o semplicemente fuori dall’ordinario.

    Detto questo, capire e apprezzare un pezzo non significa goderselo. Vedo spesso come le persone credano che godersi la musica atonale e particolarmente dissonante sia in qualche modo uno scenario che, una volta sconfitto, permette di entrare nel mondo dell’alta arte.
    Ma alla fine, ci godiamo ciò che ci piace, e se la musica atonale suona come una confusa colonna sonora di un film dell’orrore alle tue orecchie, non fa per te. O ti piace o non ti piace, e va benissimo.

    Alcuni potrebbero trovare la musica “atonale” intrigante, un termine che Schoenberg in realtà detestava, per ragioni al di fuori del modo in cui le persone possono apprezzare la musica tonale tradizionale.
    A volte può esprimere molto bene sentimenti di paura e angoscia. Basti pensare ai film dell’orrore e al modo in cui utilizzano questa musica atonale con grande effetto, come The Shining ad esempio. In quel film appare molta musica dissonante e questo ha un senso data la storia e l’aspetto del film. Al di là dei film si tratta solo di un’estetica che molti compositori abbracciano.

    Ho scoperto che i compositori di oggi sono interessati alla musica del 20° secolo più dei precedenti compositori: è tutta una questione di gusti.

    La musica contemporanea, ad esempio, può riferirsi ad una vasta gamma di generi e stili musicali, alcuni esempi sono il pop e il rock, la musica elettronica e la musica classica contemporanea.
    Si tratta di uno stile molto variegato e diversificato che spesso riflette le tendenze e le influenze culturali della nostra epoca: ci sono molte opere musicali contemporanee che sono state ben accolte dalla critica e dal pubblico, mentre altre possono essere considerate più sperimentali o di nicchia.

    Ci sono anche artisti che stanno cercando di spingere i limiti della creatività e dell’innovazione, mentre altri si concentrano sulla produzione di brani più commerciali.
    In oani caso, la musica contemboranea continua ad evolversi, ad influenzare la cultura popolare in tutto il mondo e che a sensibilizzare e stimolare l’animo culturale e musicale dei fruitori.

  44. Simone Casali

    Tra l’arte figurativa e la musica la mia opinione sul movimento contemporaneo cambia totalmente.
    Quando si parla di dipinti o scultore contemporanee spesso mi ritrovo a giudicare con una faccia schifata la banalità del pensiero e dell’esecuzione di queste opere e poi sono il primo alla ricerca disperata di dischi vintage di musica concreta e a far salire le visualizzazioni a compositori contemporanei sconosciuti su YouTube.

    Mi sono chiesto a lungo cosa creasse questa netta distinzione tra una forma artistica e l’altra nella mia testa e una delle prime cose che ho pensato potesse influenzare la mia opinione a riguardo è la tecnica necessaria per partorire un’opera.
    L’arte figurativa, quando non ha lo scopo di riprodurre la realtà fisica in modo reale, non ha bisogno di tecnica perché è la semplice espressione dell’artista che utilizza il materiale su cui lavora come mezzo. Quando si tratta di musica invece sembra quasi che l’espressione è inscindibile dal mezzo stesso (lo strumento) e dalla tecnica che il mezzo richiede. La musica di per sé è molto più limitante nel linguaggio rispetto che all’arte figurativa soprattutto perché il prodotto ha come filtro tra il “fruitore” e il “produttore” un esecutore. Questo mi fa pensare che la sperimentazione ha molto più valore se ha effettivamente dei limiti da superare che non siano solo concettuali.

    Oltre a tutto ciò penso che la mia vera spinta verso la musica contemporanea sia strettamente legata al funzionamento di me come persona. Non sono mai stato una persona con una grande immaginazione, nella mia testa le immagini si affermano solo quando tengo gli occhi aperti a svaniscono il momento in cui le palpebre si abbassano senza lasciare nessuna traccia. Un dipinto per me deve essere bello, deve colmare quel vuoto di estetica della mia buia mente. Ho un’orecchio allenato però e che riesce a riascoltarsi interi brani in loop senza bisogno delle cuffiette. Il mio cervello è sempre all’attenti nel riconoscere i pattern e la struttura in ogni suono che riceve. Per un lungo periodo ho trovato persino stancante e irritante ascoltare musicapoi ho scoperto che a volte ho solo bisogno di un pungo in pancia per iniziare la giornata al meglio.

  45. Emanuele Venturini

    La musica contemporanea “colta” comprende quella musica che subisce le influenze degli eventi storici dal 900 in poi. La voglia di distaccarsi dal sistema tonale e dal concetto stesso di musica, che fino a quel momento rappresentava l’unico esistente, porta la musica contemporanea in questione ad essere molto criticata e in un certo senso, snobbata.
    Inizialmente è normale rimanere straniti all’ascolto, ma armandosi di buona volontà e mentalità aperta si possono trovare molti elementi di interesse. I conflitti mondiali, la voglia di novità, l’avvento della tecnologia e della musica elettroacustica… tutte cose che in qualche modo si riflettono nella musica contemporanea, rendendone in realtà interessante l’ascolto. Superata la barriera iniziale di sgomento (totalmente comprensibile) lasciatevi guidare dalla curiosità e provateci.

  46. Giovanni Picciuca

    La musica contemporanea è un universo musicale vasto e diversificato, che abbraccia una gamma di stili e approcci creativi. Due figure significative di questo panorama sono Luciano Berio e Arnold Schönberg, entrambi compositori che hanno influenzato notevolmente la musica del loro tempo e oltre.
    Luciano Berio è stato un compositore italiano del Novecento, conosciuto per la sua ricerca innovativa e la sua fusione di elementi tradizionali e sperimentali. Berio era noto per l’uso di tecniche estese di scrittura, che includevano l’uso di collage sonori, citazioni da altre opere e un’attenzione particolare alla voce umana. La sua musica era spesso caratterizzata da una complessità strutturale e da una raffinatezza armonica che riflettevano una mente musicale eccezionalmente creativa.
    arnold Schönberg, d’altra parte, è stato uno dei compositori più influenti del XX secolo ed è considerato il padre del movimento musicale del dodicesimo tono, o serialismo. Schönberg ha rivoluzionato l’approccio alla composizione introducendo un sistema di organizzazione musicale basato su una serie di toni dodici, senza gerarchia tonale. La sua musica era caratterizzata da un’intensa espressione emotiva, una ricerca della libertà tonale e una sperimentazione continua con nuovi suoni e tecniche compositive.
    Entrambi Berio e Schönberg incarnano l’audacia e l’innovazione che definiscono la musica contemporanea. Questi compositori sfidano le convenzioni musicali tradizionali e cercano nuovi modi di esprimere emozioni, idee e concetti musicali.
    La musica contemporanea, attraverso le opere di Berio e Schönberg, si caratterizza per l’esplorazione di nuovi suoni, di nuove strutture formali e di nuove concezioni musicali. Gli ascoltatori possono essere sorpresi da combinazioni sonore inaspettate, da ritmi complessi e da una varietà di approcci compositivi. Questa musica spesso richiede una mente aperta e una volontà di esplorare e scoprire nuovi orizzonti sonori.
    Uno degli aspetti più affascinanti della musica contemporanea è la sua capacità di riflettere il nostro tempo e le sfide che affrontiamo come società. Essa ci invita a sperimentare, ad ascoltare attentamente e a riflettere sul nostro mondo in modi inaspettati. La musica contemporanea ci sfida a superare le nostre aspettative, ad aprirci a nuove esperienze e ad abbracciare la diversità e la complessità della nostra realtà.
    Sia Berio che Schönberg hanno lasciato un’impronta indelebile sulla musica contemporanea e hanno aperto nuove strade per le generazioni future di compositori. La loro musica ci invita a esplorare nuovi orizzonti sonori, a spingere i confini della creatività e ad abbracciare la ricchezza e la diversità dell’arte musicale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *